giovedì, Aprile 25, 2024
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Renzi Stop ai precari, Tfr in busta paga”

A poche ore alla direzione Pd, dove è attesa la resa dei conti sul Jobs act, Matteo Renzi va all’attacco: “Io – dice, intervistato da Fabio Fazio A Che Tempo che fa – non tratto con la minoranza del partito ma con i lavoratori”. Il premier dice basta a una sinistra opportunista e inchiodata al 25%, che fa dell’articolo 18 una battaglia ideologica.

Una sinistra che guarda al passato e che non si rende conto che la memoria senza speranza è un museo delle cere.

Ed ecco quindi che il premier liquida una volta per tutte l’articolo 18 (“gli imprenditori devono poter licenziare”) e annuncia la cancellazione dei contratti precari, dai co.co.pro in poi.

Promette che ci saranno anche le risorse per i nuovi ammortizzatori sociali, le vere tutele che secondo lui servono al Paese e a combattere la disoccupazione.

Le minoranze interne sono dunque avvisate, sarà battaglia. Ma anche il sindacato non viene risparmiato: “L’unica azienda al di sopra dei 15 dipendenti che non ha l’articolo sono loro, e poi ci vengono a fare la lezione”.  Eppure le minoranze  con Pierluigi Bersani, hanno invitato il premier a evitare l’aut aut.

Timori che però il premier liquida così: “A Bersani, dico che la ditta è sempre la ditta anche se non guida lui”. Renzi sembra scomporsi poco anche per le critiche arrivate da D’Alema, cosi’ come quelle giunte dai cosiddetti poteri forti.

Possono anche mandarmi a casa, ma non pensino di telecomandarmi come una marionetta.

Renzi è pronto a misurarsi anche in Parlamento sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale: Bisogna fare in fretta.

Con Forza Italia abbiamo un accordo e non deve continuare a girarci intorno.

La prima riforma che però attende il premier in Parlamento è proprio quella del mercato del lavoro.

Oggi in direzione Renzi si troverà dunque a confrontarsi con una parte del partito che non ne condivide l’impostazione.

Una battaglia, quelle delle minoranze, che però assicura Pier Luigi Bersani non ha come risultato, il pericolo scissione.

Ma chi ha responsabilità di dirigere deve cercare una sintesi, nonostante posizioni così distanti.

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