venerdì, Aprile 26, 2024
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Cgil-Cisl e Uil uniti per un intesa sul lavoro

Nessun canale di confronto è aperto tra i sindacati ed il premier.

E’ alto il pressing su Matteo Renzi ma con la consapevolezza della Cgil che la battaglia su Jobs act e articolo 18 sarà lunga e che non saranno nè la decisione della direzione del Pd, nè l’approvazione della legge delega a mettere la parola fine allo scontro.

I leader di Cgil, Cisl e Uil si vedranno in mattinata e, dopo la ‘fuga in avanti’ della Cgil (che sarà in piazza San Giovanni a Roma il 25 ottobre  preannunciando lo sciopero generale se ci sarà una accelerazione del Governo con un decreto).

Resta molto cauta la Cisl, che vorrebbe ripartire dalla piattaforma lanciata prima dell’estate e cercare quindi una mediazione sull’articolo 18 nel quadro di un confronto più ampio, fisco, politica industriale, investimenti, precarietà.

Cauta anche la Uil che attende una posizione chiara e definitiva del governo, e che nel pomeriggio terrà una riunione del suo esecutivo proprio mentre sarà in corso la direzione Pd.

La leader Cgil puntualizza che se il governo ora dice che è possibile mantenere l’obbligo di reintegro per i licenziamenti discriminatori non è una apertura, perchè è una tutela che già c’è ed è inamovibile, è costituzionale.

Maurizio Landini annuncia che anche i metalmeccanici sono pronti allo sciopero generale sottolinea che non sarebbe una concessione quella di non toccare l’articolo 18 per i licenziamenti discriminatori.

A Matteo Renzi il leader Fiom dice: “Le riforme vere si fanno con il consenso”, “Bisogna avere la pazienza del processo democratico, del confronto”, “se uno pensa che per tutta l’Italia decide lui o all’interno di un partito deve sapere che così facendo parte lo sciopero generale”.

Per i sindacati il punto di ricaduta sull’articolo 18, ricorda ancora Landini, può essere quello di un contratto a tutele progressive che elimini le tutele solo per i primi anni. Quanti? Inutile entrare nel merito, “non c’è alcuna trattativa”. Anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, dall’Arena di RaiUno, avverte non ha senso dire che la riforma dell’articolo 18 serve a rendere le tutele uguali per tutti: se è così, dice, allora bisogna “non togliere niente a nessuno e dare a quelli che non hanno”, perchè “non e’ come la marmellata che si può spalmare”.

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