ROMA – “L’Italia non entri in guerra contro lo Stato islamico” o il Mediterraneo “si colorerà del sangue dei suoi cittadini” e dovrà aspettarsi “potenziali lupi solitari italiani”.
È la nuova minaccia dell’Isis nei confronti del nostro Paese, dopo giorni di dibattito politico interno sull’opportunità o meno di intervenire in Libia. A darne notizia anche stavolta è il Site, che cita le parole di un jihadista e posta una foto siglata “Khelafa media”, lo stesso che due settimane fa pubblicò un documento sui lupi solitari rilanciato anche nelle ultime ore. Nell’immagine anche una “lapide” con un’altra foto, ripresa dal video della decapitazione degli egiziani copti su una spiaggia libica, con il boia che brandisce un coltello.
Secondo gli 007 e l’antiterrorismo italiano, il susseguirsi di minacce è una vera e propria “campagna di guerra psicologica”, ma l’evocazione dei “lupi solitari” è un pericolo imprevedibile, da non sottovalutare, per cui resta la massima attenzione. Difficile distinguere tra vere notizie e messaggi di propaganda, sottolineano ancora le stesse fonti. Quello che è certo, spiegano, è che si è intensificata la campagna mediatica contro l’Italia in un momento in cui il governo italiano si propone di assumere un ruolo di primo piano in Libia. Si tratta del secondo appello a “lupi solitari italiani”, foreign fighters tornati dai campi di addestramento del califfato per compiere attentati in stile Parigi o Copenaghen (dove a sparare sono stati tuttavia cittadini francesi e danesi che hanno abbracciato il jihadismo).
“Il nostro stato di allerta è notevolissimo, il controllo sugli arrivi efficiente. Collaboreremo con le Procure e auspichiamo che il loro lavoro ci dia certezze dal punto di vista giuridico – ha sottolineato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a proposito dell’allarme lanciato dal procuratore di Reggio Calabria sulla possibile saldatura tra l’Isis e la criminalità organizzata -. Il livello di allerta è notevolissimo, abbiamo reso più efficienti i sistemi di controllo agli arrivi. È chiaro che collaboriamo con le Procure e attendiamo che abbiano da dirci qualcosa. Attendiamo e auspichiamo che il loro lavoro ci dia delle certezze dal punto di vista giudiziario”.
E da ieri la Coalizione anti-Isis a guida Usa, che da settembre compie raid contro le postazioni del califfato in Siria e Iraq, si è arricchita della portaerei francese Charles De Gaulle. Il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, si è recato ieri mattina a bordo del fiore all’occhiello della Marina militare francese nelle acque del Golfo Persico settentrionale per dare personalmente il via alle nuove operazioni aeree contro l’Isis, che si aggiungono ai raid lanciati dalle basi di Abu Dhabi e Giordania. “Sei mesi di impegno ci ha permesso di fermare la conquista territoriale di Daesh e stabilizzare le linee del fronte – ha detto il ministro secondo quanto riferisce Le Figaro -. Ma la minaccia continua e le ragioni della nostra azione permangono