Rubato il televisore della sala di attesa di Radioterapia. L’autore, forse una vecchia conoscenza della Polizia, all’interno della Asl.
Il reparto viene chiuso a chiave con cura, ogni fine ciclo lavorativo, attorno alle 20 di sera. Il furto dovrebbe essersi consumato proprio durante il fine settimana, fra sabato e domenica. Un televisore a schermo piatto di 48 pollici, installato all’altezza di circa 2 metri e mezzo da terra. Serviva a intrattenere e distrarre i malati e gli accompagnatori durante l’attesa del proprio turno.
Pare che la Polizia abbia già preso atto dell’aumento di piccoli furti, che si verificano da un po’ di tempo; hanno già messo gli occhi addosso a un soggetto «in osservazione». Si tratterebbe, stando a quanto riferito dagli stessi uomini della Polizia, di un dipendente delle ditte esterne al pianeta sanità, uno dei pochi da sempre con il vizietto del furto, più o meno occasionale.
«Non era mai accaduto in tanti anni – sostengono gli operatori sanitari del reparto dove si irradiano i malati di tumore – Il fatto è gravissimo perché qui ci sono tecnologie e dati molto importanti. Non siamo tranquilli e non abbiamo più fiducia di nessuno».
Non hanno tutti i torti i collaboratori del dottore Mario Santantonio, primario del reparto di Radiogterapia dell’Oncologico del “Vito Fazzi”. Viene a crollare quella fiducia che è alla base dell’appartenenza a un comune ideale di umanità e di solidarietà verso gli altri.
Che squallore! Il primario ha già suggerito di installare delle telecamere per scongiurare che possano portare via altre costose e insostituibili attrezzature di uso sanitario, come i computer con i data base dei malati e l’organizzazione dei cicli terapeutici.