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Infanzia, dati allarmanti nel rapporto di Save the Children: alto rischio povertà in Puglia

Infanzia, dati allarmanti nel rapporto di Save the Children: alto rischio povertà in Puglia

In Italia un minore su tre è a rischio povertà ed esclusione sociale e, tra le regioni, la Puglia non se la cava affatto bene. Questa la fotografia ritratta dal settimo Atlante dell’Infanzia (a rischio) 2016 “Bambini e Supereroi” di Save the Children, dove i pochi bambini italiani – ne nascono sempre meno – sono in una condizione di estrema difficoltà. Tra i problemi più allarmanti, l’abbandono precoce della scuola, che ancora affligge il nostro Paese, oltre allo scarso accesso ai diritti fondamentali nelle famiglie a basso reddito.

In un quadro generale così sconfortante, con livelli di povertà minorili superiori alla media europea, la regione Puglia è tra le peggiori. Nel tacco d’Italia abbandona precocemente gli studi il 16,7% degli studenti, quando la media nazionale è del 14,7%. Preoccupante anche il dato della scolarizzazione e delle competenze: più di 1 alunno di 15 anni su 4 (26,3%) non raggiunge le competenze minime in matematica e quasi 1 su 5 in lettura (16,7%). Non se la cavano meglio gli adulti: la regione risulta difatti avere il più alto tasso di cittadini tra i 25 e i 64 anni con al massimo la licenza secondaria inferiore (52,1%), superando quindi di ben 12 punti il dato nazionale (40,5%).

Altro dato estremamente critico, quello dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa. La Puglia supera di molto la media italiana, con un 32% rispetto al 20%. “La povertà diffusa, i servizi mancanti che spesso caricano tutta la spesa sulle spalle delle famiglie” è scritto sul rapporto, “hanno portato il Mezzogiorno d’Italia a percentuali più alte delle medie italiane”. Troppi i bambini pugliesi (6-17 anni) che non hanno visitato monumenti o siti archeologici: più di 4 su 5 (84,4%). Per i piccoli neanche mostre o musei, visto che il 74,3%, ovvero 3 su 4, dichiara di non averli mai visitati. Particolarmente allarmante la situazione nei Comuni con dissesto o riequilibrio finanziari: contro una media nazionale del 7,4% (minori 0-17 anni sul totale della popolazione), nella provincia di Foggia i minori che vivono in comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono il 26% mentre in quella di Taranto toccano addirittura il 33,6%.

Tornando al dato nazionale, in Italia più di 1 bambino su 20 (1-15 anni) non riceve un pasto proteico al giorno e non possiede giochi. Più del 13% non ha uno spazio adeguato a casa dove fare i compiti e non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extra-scolastici. Quasi uno su 10 non può indossare abiti nuovi o partecipare alle gite scolastiche e quasi uno su 3 non sa cosa voglia dire trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa.

In questo un ruolo determinante ce l’hanno le politiche del welfare, e dunque gli investimenti pubblici, ritenuti dal rapporto “pochi e inefficaci”. Secondo i dati Eurostat(2013), l’Italia destina una quota di spesa sociale destinata a infanzia e famiglie pari alla metà della media europea (4,1% contro 8,5%), mentre i fondi destinati a superare l’esclusione sociale sono pari appena allo 0,7% contro una media europea dell’1,9%. Gli interventi di welfare messi in campo in Italia per il 2014 sono riusciti a ridurre il rischio di povertà per i minori del 10%, un risultato che ci pone tra gli ultimi nel Vecchio Continente, considerando che mediamente in Ue gli interventi sociali riescono a ridurre il rischio di povertà del 15,7%.

 

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