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“E ORA NON CALI IL SILENZIO SU DI NOI: PRETENDIAMO LE GIUSTE TUTELE”

Il cordoglio del Cop (Comitato Operativo della Polizia Locale del Salento ) per l’omicidio del capitano della Polizia locale di Napoli.

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 Dopo i funerali del Capitano della Polizia Locale di Napoli, ucciso a Secondigliano dal gesto omicida di un folle, il direttivo del COP Salento – Comitato Operativo della Polizia Locale del Salento – diffonde una nota per esprimere la propria vicinanza a tutto il Corpo della Polizia Locale di Napoli e alle famiglie delle vittime e per richiamare l’attenzione sulle note criticità che interessano tutti gli appartenenti alla Polizia Locale, che pur indossando una divisa al pari delle altre Forze dell’Ordine, godono di minori tutele a vari livelli.

“Siamo ancora scossi dalla morte del collega di Napoli che ha sacrificato la propria vita, con senso di abnegazione e spirito di servizio, per impedire ai passanti di arrivare sotto tiro del folle che sparava all’impazzata dal suo balcone. Non è il primo, né, purtroppo, sarà l’ultimo a cadere nel compimento del suo dovere. E’ il rischio che corrono gli uomini e le donne che indossano un’uniforme e lavorano per garantire la sicurezza di una comunità. E’ sotto gli occhi di tutti, ma non dei nostri legislatori”.

“L’opinione pubblica – si legge ancora nella nota –  è doverosamente prodiga di riconoscenza e solidarietà nell’imminenza di un tragico fatto di cronaca come quello di Napoli, ma forse non sa che dichiarazioni di cordoglio e di vicinanza alla famiglia del collega non si tradurranno nella stessa tutela assistenziale e previdenziale, in primo luogo nel riconoscimento della causa di servizio e dell’equo-indennizzo, che avrebbe avuto se fosse appartenuto ad un’altra forza di polizia. E lo stesso accadrà, naturalmente, per il collega ferito che sta lottando tra la vita e la morte in un letto di ospedale.

E’ arrivato il momento che, dopo il clamore, non cali, per l’ennesima volta, il silenzio e l’indifferenza se non la diffidenza sulla nostra legittima battaglia per il riconoscimento delle giuste tutele e per l’approvazione di una riforma legislativa che metta fine a questa aberrante condizione che continua a discriminare ed avvilire tutta la categoria”.

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