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Attentato in sinagoga a Gerusalemme

Hamas rivendica: “Atto eroico”

E’ di almeno quattro israeliani uccisi e otto feriti il bilancio dell’attentato che questa mattina ha colpito una sinagoga a Gerusalemme, nel sobborgo di Har Nof, su Agasi Street. La polizia ha ucciso al termine di una sparatoria i due attentatori che, armati di pistole, asce e coltelli, sono arrivati da Gerusalemme est all’ora della preghiera. Tra le vittime ci sono 4 rabbini, di cui 3 erano cittadini Usa.

Hamas, con comunicato ufficiale, ha rivendicato l’attentato. Il leader Mushir al-Masrie parla di un “atto eroico” e di una “reazione naturale” alla morte dell’autista di autobus Yusuf Hassan al-Ramouni, trovato impiccato al capolinea di Har Hotzvim domenica notte. Per la sua morte, l’esito dell’autopsia parla in realtà di suicidio. Anche l’ex ministro degli Esteri di Hamas, Mahmoud al-Zahar, ha commentato l’attentato, scrivendo su Twitter che gli attentatori sono “benedetti”.

I due attentatori, Ghassan Abu Jamal e suo cugino Udayy Abu Jamal, erano stati rilasciati dalle prigioni israeliane nel 2011, in cambio della liberazione del soldato Gilad Shalit. Come riferisce l’agenzia palestinese Maan, i due arrivavano dal quartiere Jabal al-Mukabbir. Per la tv israeliana Channel 1, erano affiliati al Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), formazione politica e militare che Ue e Usa annoverano tra i gruppi terroristici. Gli agenti sarebbero sulle tracce di un terzo uomo. Secondo il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, l’area è stata isolata, mentre i feriti (sei fedeli e due poliziotti) sono stati trasferiti in alcuni ospedali della città. Le condizioni di quattro di loro sono molto gravi. Il sito del quotidiano israeliano Yediot Ahronot scrive che lo Shin Bet, servizio di intelligence dello Stato ebraico, sta interrogando i familiari dei due cugini, per verificare a che livello sia stato organizzato l’attacco.

Unanime la condanna all’attentato definito un atto di “puro terrore” che “non ha posto nel comportamento umano” per il segretario di Stato Usa John Kerry. Come riportano i media israeliani, Kerry ha chiamato il premier Benjamin Netanyahu per esprimere le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. Il segretario di Stato Usa ha anche lanciato un appello ai leader palestinesi affinché condannino l’attacco che ha provocato la morte di quattro persone.

“Un crudele assassinio di ebrei che si erano recati a pregare, da parte di biechi assassini. Reagiremo duramente”, ha commentato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, annunciando la convocazione nel pomeriggio di una riunione sulla sicurezza. Netanyahu ha accusato il presidente palestinese Mahmoud Abbas, che dal canto suo ha però condannato l’attacco: “La presidenza – si legge in un comunicato diffuso dall’ufficio di Abbas – condanna l’attacco contro i fedeli ebrei nel loro luogo di preghiera e condanna l’uccisione di civili, a prescindere da chi la commetta”.

Abbas fa poi un appello a “porre fine agli assalti alla moschea di al-Aqsa, alle provocazioni dei coloni e a quelle di alcuni ministri israeliani“.”Confermiamo – aggiunge – il nostro impegno a una soluzione giusta basata su due Stati secondo le risoluzioni internazionali, alla salvaguardia di un clima di calma e alle intese raggiunte dal re (giordano, ndr) Abdallah II con il Segretario di Stato americano John Kerry ad Amman”, in un recente incontro dedicato soprattutto alla situazione della moschea di al-Aqsa.

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