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TUTTO PRONTO PER LA SECONDA GIORNATA “IO NON L’HO INTERROTTA” A CORIGLIANO D’OTRANTO

Prosegue tra Lecce e Corigliano d’Otranto, Io non l’ho interrotta, rassegna di giornalismo e comunicazione politica. Venerdì 6 luglio alle 10 alle Officine Culturali Ergot di Lecce Vera Gheno, Bruno Mastroianni e Francesco Nicodemo discuteranno sul tema “Litigare stanca. Fare e comunicare politica al tempo dei social”. Dalle 20 al Castello Volante de’ Mondi di Corigliano d’Otranto si parte con “Verso una nuova Europa: analisi, comunicazione e populismo” con Matteo Tacconi (giornalista freelance), Andrea Conte (economista e Project Leader Commissione Europea), Antonello Caporale (Il Fatto Quotidiano) e il giornalista e ricercatore Ubaldo Villani-Lubelli. A seguire il conduttore radiofonico Giorgio Lauro racconterà “Un giorno da pecora”, il talk show più irriverente della radio, mentre il giornalista e autore tv Antonio Sofi in “Fatal Error”, spiegherà “le cose da non fare quando stai sui social network”. Dalle 22.30 Francesco Nicodemo (comunicatore politico), Bruno Mastroianni (giornalista, autore televisivo e social media manager), Matteo Grandi (giornalista e autore televisivo) e Vera Gheno (sociolinguista e responsabile twitter Accademia della Crusca) si confronteranno su “La disinformazia del Far Web. È possibile una disputa felice?”. In chiusura per “La notte della Prima Repubblica” sullo schermo “Non c’era nessuna signora a quel tavolo. Il cinema di Cecilia Mangini”, un documentario di Davide Barletti e Lorenzo Conte.

Sabato 7 luglio dopo l’incontro mattutino su “Crisi sui media. Crisi dei media” con Ilenia Colonna e Luca Bandirali, in serata dalle 20 si parlerà di “Scena e retroscena” con Filippo Ceccarelli (La Repubblica), Angela Mauro (Huffington Post) e Fulvio Totaro (TgrPuglia). A seguire “Il racconto della crisi infinita” con Paolo Celata (TgLa7), Marino Sinibaldi (Direttore Rai Radio3), Antonio Sofi (giornalista e autore tv) e Marco Damilano (Direttore L’Espresso) che chiuderà il festival con il suo monologo “Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia”, tratto dall’omonimo volume pubblicato da Feltrinelli. Via Fani è stato il luogo del nostro destino. La Dallas italiana, le nostre Twin Towers. Nel 1978, l’anno di mezzo tra il ’68 e l’89. Tra il bianco e nero e il colore. Lo spartiacque tra diverse generazioni che cresceranno tra il prima e il dopo: il tutto della politica – gli ideali e il sangue – e il suo nulla. Il sequestro di Aldo Moro ha segnato la fine della Repubblica dei partiti. Marco Damilano torna su quell’istante, le nove del mattino del 16 marzo 1978, in cui il presidente della De fu rapito e gli uomini della sua scorta massacrati.

Nelle prime tre edizioni – svolte nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce – la rassegna ha ospitato, tra gli altri, il direttore della Treccani Massimo Bray, i giornalisti Riccardo Luna, Marco Damilano, Alessandra Sardoni, Udo Gümpel, Liliana Faccioli Pintozzi, Francesco Costa, Marianna Aprile, Wanda Marra, Antonio Sofi, Eric Jozsef, Alessandro Gilioli, Eva Giovannini, Giovanna Pancheri, Danilo Lupo, il presidente dell’associazione nazionale magistrati Eugenio Albamonte, i comunicatori e consulenti politici Dino Amenduni, Giuseppe di Caterino, Serena Fortunato, Gennaro Pesante, i docenti e ricercatori universitari Ubaldo Villani Lubelli, Luca Bandirali, Stefano Cristante, Edoardo Novelli, Vera Gheno, Stefano Bartezzaghi, il diplomatico italiano Alessio Liquori, gli autori di satira Luca Bottura, Antonello Taurino e Adelmo Monachese, gli esperti di Open Data Vittorio Alvino e Daniele De Bernardin (Open Polis) e molti altri.

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