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RAPPORTO BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE 2015 PROVINCIA DI LECCE

“IL BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE DELLA PROVINCIA DI LECCE”: DIFFUSO IL RAPPORTO 2015 CHE TRACCIA IL PROFILO ECONOMICO, SOCIALE E AMBIENTALE DEL SALENTO

Qual è lo stato di salute generale del Salento, dal punto di vista economico, sociale ed ambientale? A fotografarlo a 360 gradi  è il  rapporto “Il Benessere Equo e Sostenibile della Provincia di Lecce 2015”, che  analizza i principali indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES) del territorio, anche in relazione al corrispondente dato regionale e nazionale.

Il fascicolo è stato realizzato, in stretta collaborazione, da Istat, Upi (Unione delle Province Italiane), Cuspi (Coordinamento degli Uffici di Statistica delle Province Italiane) e Provincia di Lecce e rientra nell’ambito del progetto “BES delle province”, che vede la partecipazione di 25 Province, tramite i propri Uffici di Statistica. Alla realizzazione della pubblicazione ha contribuito un gruppo di lavoro locale formato per l’Istat-Ufficio territoriale per la Puglia da Monica Carbonara e per la Provincia di Lecce da Carmelo Calamia, dirigente del Servizio Politiche comunitarie e Sviluppo locale e da Grazia Brunetta e Maria Antonietta Negro, dell’Ufficio statistica.

Il progetto nasce e si sviluppa in continuità con l’iniziativa nazionale dell’Istat e del Cnel finalizzata al cosiddetto “superamento del PIL”, ossia a definire misure statistiche in grado di valutare il progresso considerando non solo i parametri economici, ma anche le dimensioni sociali ed ambientali del benessere, la diseguaglianza e la sostenibilità.

Nel rapporto 2015, le condizioni di benessere della provincia sono state analizzate attraverso il calcolo di 82 indicatori, riferiti a 11 diverse dimensioni: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e, infine, qualità dei servizi. La comparazione con il livello regionale e nazionale ha consentito di tracciare, dimensione per dimensione, il profilo di Bes del territorio.

“In un momento di profonda rivisitazione istituzionale del governo di area vasta, la disponibilità di puntuali misure statistiche che descrivano ed aiutino a comprendere le caratteristiche e l’evoluzione delle comunità locali rappresenta uno strumento indispensabile per la politica, al fine di identificare le priorità da affrontare nel breve e nel lungo periodo. Con questa analisi si può leggere il territorio non soltanto attraverso il Pil, ma anche tramite indicatori coerenti a livello nazionale, che riescono a cogliere le specificità locali”, dichiara il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone

“Emerge un quadro i cui tratti fondamentali sono per certi versi incoraggianti e che impegna tutti i rappresentanti delle istituzioni a portare avanti gli sforzi compiuti negli ultimi anni nei settori del turismo, delle infrastrutture, del sociale e della cultura. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti rispetto ad iniziative e programmazioni che possano garantire, in termini di benessere ed eco sostenibilità, livelli sempre più a misura d’uomo per la provincia di Lecce”, conclude il presidente.

Gli indici esaminati dipingono la provincia di Lecce come un territorio relativamente sicuro, meno interessato nel contesto regionale e nazionale sia dai reati di criminalità violenta, sia dai fenomeni di microcriminalità diffusa. La provincia si distingue, inoltre, per un buon livello di qualità e sostenibilità ambientale, oltre che per il suo tessuto urbano storico, in gran parte ben conservato.

Gli indicatori attinenti alle tematiche del lavoro e del benessere economico, tuttavia, evidenziano una situazione di disagio lavorativo, nonostante le elevate competenze tecnico-scientifiche delle nuove generazioni. Infine, le misure della qualità dei servizi pubblici offerti mostrano per la provincia un quadro per molti versi simile a quello regionale e meridionale, ma distante da quello italiano.

Entrando più nello specifico della ricerca, i principali risultati, in sintesi, sono i seguenti.

In tema di salute, l’aspettativa di vita degli abitanti nella provincia di Lecce risulta più elevata rispetto alla media italiana e pari a 80,1 anni per gli uomini ed 84,9 per le donne. Per i giovani in età compresa tra i 15 ed i 34 anni, tuttavia, il tasso di mortalità per incidente di trasporto risulta elevato nel confronto regionale e nazionale (1,5 decessi ogni 10mila giovani). Al contrario la mortalità per suicidio interessa la popolazione della provincia in misura inferiore rispetto alle medie di Puglia e Italia (0,3 casi ogni 10mila abitanti).

Gli indicatori relativi all’istruzione e formazione vedono una maggiore partecipazione dei giovani salentini all’istruzione secondaria superiore e universitaria rispetto alla media dei coetanei pugliesi e italiani. La situazione appare più critica, invece, se si considera il complesso della popolazione in età lavorativa, che nel 49,9 per cento dispone della sola licenza di scuola media inferiore.

Riguardo alle tematiche del lavoro e del benessere economico, si evidenzia una situazione di disagio lavorativo. In tale contesto, un dato positivo può ritrovarsi nella maggiore partecipazione, rispetto agli anni precedenti, delle donne al mercato del lavoro, pur in presenza di ancora marcate differenze di genere. Un altro dato positivo riguarda i provvedimenti di sfratto, che nella provincia interessano 1,6 famiglie ogni mille nuclei, risultando sensibilmente meno frequenti rispetto al resto d’Italia, probabilmente per la maggiore incidenza di quanti vivono in alloggi di proprietà.

In tema di solidarietà sociale, gli edifici che ospitano le scuole di base (primarie e secondarie inferiori) risultano avere solo in 3 casi su 10 percorsi interni e/o percorsi esterni privi di barriere architettoniche. In tale ambito, tuttavia, la provincia si distingue per l’elevata diffusione di cooperative sociali (2,9 ogni 10mila abitanti).

Invece, per quanto riguarda la politica, le istituzioni del territorio si dimostrano relativamente poco capaci di includere tra i propri amministratori particolari fasce della popolazione, quali donne e giovani. La carica di consigliere comunale, infatti, è rivestita da donne nel 21,1 per cento dei casi e da giovani nel 29,5 per cento del totale.

Con riferimento alla sicurezza, gli indici di delittuosità descrivono la provincia di Lecce come un territorio relativamente sicuro, meno soggetto, nel confronto con la realtà pugliese ed italiana, alle diverse forme di criminalità, sia per quanto attiene i soli reati violenti (16,7 denunce ogni 10mila abitanti), sia relativamente ai reati di microcriminalità diffusa (175 denunce per 10mila abitanti).

In tema di patrimonio culturale la provincia si caratterizza per un tessuto urbano storico meglio conservato rispetto alla media regionale e nazionale. Infatti il 73,0 per cento degli edifici residenziali costruiti prima del 1919 risulta in ottimo o buono stato di conservazione. Per contro le strutture museali attraggono flussi di visitatori meno consistenti rispetto alla media italiana.

Tra gli indicatori di qualità e sostenibilità ambientale,  il monitoraggio del PM10 (inquinamento dell’aria da polveri sottili) evidenzia che il valore limite per la protezione della salute umana è stato superato nel capoluogo 15 volte nel 2013, a fronte di una media per tutti i capoluoghi di provincia pari a 44 giorni. Sempre in tema di sostenibilità ambientale, nella provincia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili copre il 52,8 per cento dei consumi, un valore decisamente superiore al dato nazionale (38,3 per cento).

Per quanto riguarda la ricerca e l’ innovazione, la provincia di Lecce mostra una capacità brevettuale che, sebbene fortemente specializzata nei settori ad alta intensità tecnologica (High-tech e ICT), risulta comunque ridotta con sole 11,3 richieste di brevetto presentate al competente Ufficio Europeo per milione di abitanti. Un dato non distante da quello pugliese (14,1 domande), ma di molto inferiore a quello italiano (75,2). Nonostante le competenze tecnico-scientifiche delle nuove generazioni, le imprese attive nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza sono, nella provincia, il 24,7 per cento delle imprese attive totali, una percentuale lievemente inferiore a quella riscontrata altrove.

Gli indicatori sulla qualità dei servizi pubblici offerti mostrano un quadro per molti versi simile a quello regionale e meridionale, ma distante da quello italiano. Solo il 5,2 per cento di bambini al di sotto dei 2 anni di età usufruisce dei servizi comunali per l’infanzia, mentre la media nazionale risulta più che doppia. Anche gli indicatori riferiti alle public utilities vedono una generale situazione di svantaggio. Gli istituti di pena localizzati nella provincia, poi, risultano decisamente sovraffollati, contando una presenza media di 165 detenuti ogni 100 posti disponibili, rispetto al valore pugliese di 138 detenuti e nazionale di 108,3.

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