mercoledì, Maggio 15, 2024
HomeAttualitàPolizia penitenziaria, la denuncia dei sindacati: “Situazione al limite a Lecce”. Sit...

Polizia penitenziaria, la denuncia dei sindacati: “Situazione al limite a Lecce”. Sit in di protesta

“Una situazione ormai al limite”: è quella della polizia penitenziaria che opera nella casa circondariale di Lecce, come denunciano i sindacati da tempo.

E stamattina, in occasione della visita del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) Francesco Basentini, le sigle Fp Cgil, Fns Cisl, UilPa Polizia Penitenziaria, Sappe, Sinappe e Uspp hanno organizzato un presidio di protesta per riproporre i motivi del disagio.

I numeri parlano chiaro: “Nel 2001 – dicono – la pianta organica prevista era di 766 unità, nel 2014 a seguito di una nuova determinazione, si passa a 719, operando di fatto una riduzione del 7% circa. In realtà, nonostante la riduzione dell’organico da 766 a 719, la casa circondariale di Lecce già nel 2016 era in sofferenza di 105 unità poiché la forza effettiva era di 614 unità. Si arriva al D.M. del 2 ottobre 2017 con il quale ancora una volta il dipartimento di amministrazione penitenziaria opera una riduzione  dell’organico scellerata e priva di ogni logica, passando dalle 719 unità del 2014 alle 581 del 2017”.

Il numero di detenuti, nel frattempo, è rimasto sostanzialmente invariato. E, anzi, “sono aumentati i detenuti seguiti dagli specialisti psichiatri, arrivando a circa 200, in più nel corso del 2017 è stata aperta una sezione per l’osservazione psichiatrica. Ma non basta – aggiungono i rappresentanti sindacali – poiché a breve è in programma l’apertura della sezione a custodia attenuata di Monteroni e del nuovo padiglione, costruito di recente, all’interno della casa circondariale di Lecce di circa 200 posti letto”. Una situazione grave e insostenibile, commentano.

Anzi, “uno scempio – sottolineano – perpetrato a danno della casa circondariale di Lecce, con una rideterminazione dell’organico fatta tenendo conto, secondo noi, della capienza regolamentare dell’istituto, che è di circa 600 detenuti, e non sull’effettivo numero di detenuti presenti, che ad oggi ne conta 1100. Non si è tenuto conto della planimetria dell’istituto, dei posti di servizio, della tipologia dei detenuti ristretti e della loro provenienza, moltissimi sono assegnati a Lecce da altri circondari come Foggia, Bari, Taranto, Brindisi nonché da altre regioni: tutto ciò, tra l’altro, comporta un sostanziale incremento dell’attività lavorativa del nucleo scorte”.

In sostanza, lamentano i sindacati, “sempre meno personale sempre più incombenze da garantire”, con dipendenti costretti, precisano, a effettuare “turni di servizio di dieci, dodici ore”. E un monte ore di straordinari stimato, complessivamente, in 100mila ore nel 2019. Numeri che parlano da soli.

La richiesta è chiara: “Un piano di sfollamento serio e non virtuale”, al fine, concludono i sindacati, di ridare “finalmente dignità ad una regione e, in particolare, ai lavoratori della casa circondariale di Lecce”, alle prese con “una situazione ormai al limite”.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Post Popolari

Commenti recenti

Verified by MonsterInsights