mercoledì, Maggio 15, 2024
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MAURIZIO PETRELLI SCRIVO CANZONI PER MOSCHE E ZANZARE

Intervista – Maurizio Petrelli

 

  1. Scrivo canzoni per mosche e zanzare” spiegaci il perché di questo titolo

 Il titolo scaturisce da alcune considerazioni fatte sul tipo di musica che monopolizza i media e sulla constatazione che un tipo di musica cosiddetta “classica”, dove la melodia è protagonista (come quella che faccio io), non ci sia più spazio. Ho la consapevolezza che sia particolarmente complicato far arrivare la mia musica ad pubblico ampio, e spesso ho la sensazione di realizzare canzoni che purtroppo pochissimi ascolteranno tranne le mosche e zanzare… Costrette per forza ad ascoltarla!!! O magari no. Forse scappano anche loro, ma almeno risparmio su spray ed analoghi.

 

  1. C’è un brano all’interno del disco al quale sei maggiormente legato? Se sì, perché?

 Il brano “La lettera” scritto in pochissimo tempo, mi emoziona molto. Mi teletrasporta indietro negli anni ’70 in cui gli episodi descritti, erano frequentissimi, gli amori si vivevano in semplicità e con passione. La musica poi è volutamente retrò, così come il modo di cantare il pezzo. Direi un tuffo molto bello in un mondo di nostalgia e ricordi.

 

  1. A che cosa ti ispiri quando scrivi i testi delle tue canzoni? C’è un tema ricorrente?

 Accade una sorta di sommovimento interiore molto forte, sia quando mi viene in mente un motivo musicale che una lirica da approfondire. Una specie di concentrazioni di forze (la musica e le parole) che vogliono uscire insieme. Una specie di parto gemellare a sorpresa, perché il “tipo” di prodotto che verrà fuori prende forma via via. Io scrivo insieme la musica e le parole. Il mio ” magazzino” è ben fornito sia di note che di argomenti. E non manca l’ispirazione.

 

  1. Nella tua carriera artistica sei sempre stato fedele al cantautorato classico ma anche al jazz orchestrale e allo swing. Quanto è importante per un artista raggiungere un proprio stile e identità?

 Per raggiungere un proprio stile, a meno che non si bruci le tappe fin da giovani, bisogna maturare esperienze musicali di vario tipo. Io sono un figlio degli anni ’80 e ho seguito vari filoni musicali. Ho sempre cercato la musica che mi desse emozioni per cui lasciavo da parte le etichette musicali per badare al sodo. Seguivo ciò che di buono poteva esserci in quegli anni meravigliosi. A detta degli esperti, la più bella musica italiana ed internazionale si è scritta negli anni ‘ 70 ’80 e ’90. Quindi la mia strada è stata tracciata dai generi che ho amato. Il Soul,il Jazz, R & B, ed i cantautori italiani.

 

  1. Dopo anni di lockdown finalmente si può tornare a fare musica dal vivo, hai già eventi in programma?

Intanto lo sforzo per produrre il terzo disco da cantautore ed il quarto con etichetta, in assoluto, impone un presentazione live con band, la più capillare possibile. Gli anni di fermo sono stati almeno per me occasione di riflessione profonda su molti argomenti. Ora vedremo se la lezione l’abbiamo imparata.

Domenica 29 gennaio intanto debutterò al Teatro Cavallino Bianco di Galatina dove presenterò insieme alla super band alcuni brani dell’ultimo disco insieme ad altri dei precedenti lavori. Mi auguro che tutto sia di gradimento e che il futuro sia roseo…

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