mercoledì, Maggio 15, 2024
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Master Vino a cura di Slow Food Lecce ad Acaya (Le)

MASTER OF FOOD
La condotta Slow Food di Lecce propone cinque incontri dedicati al vino italiano e internazionale a cura di Francesco Muci, coordinatore regionale pugliese della guida Slow Wine

Dal 3 al 31 marzo la Masseria San Pietro di Acaya (sulla San Cataldo/Otranto – km 5) ospita una nuova edizione del Master of Food dedicato al vino, promosso dalla condotta Slow Food di Lecce a cura di Francesco Muci, coordinatore regionale pugliese della guida Slow Wine. Cinque lezioni per un viaggio attraverso le principali zone di produzione di vino italiane e internazionali. Alcuni vini-testimone apriranno le porte alla conoscenza della Borgogna, di Bordeaux, dei Nuovi Mondi, ma anche della Toscana, del Piemonte e delle altre regioni italiane. L’assaggio di vini così differenti tra loro – per zona e vitigno di provenienza – aumenta il bagaglio della conoscenza degustativa e punta l’attenzione sulle diverse tecniche interpretative nella produzione di un vino, legate alla storia e alle tradizioni dei diversi territori. La quinta lezione, infine, sarà dedicata ai vini spumanti e dolci.

Slow Food è un’associazione non-profit che conta 100.000 membri in 150 paesi del mondo. Fondata da Carlin Petrini nel 1986, si pone l’obbiettivo di promuovere nel mondo il cibo buono, pulito e giusto. Buono da mangiare, per le sue qualità organolettiche, ma anche per i valori identitari e affettivi che si porta dietro. Pulito perché prodotto in modo ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente. Giusto perché conforme all’equità sociale durante la produzione e la commercializzazione.

La sede di Slow Food Lecce è ospitata all’interno del Crap (Centro Residenziale di Assistenza Psichiatrica) dove vivono ben 14 persone che hanno costantemente bisogno delle cure del dottor Sergio Longo (Psichiatra e coordinatore del progetto) e del suo staff. La condotta, in collaborazione con ASL Lecce, partecipa al progetto Ortoporto che prevede la riqualificazione dell’area verde adiacente al Crap – Villa Libertini e la sua riconversione in un orto per l’autoconsumo interno e per l’eventuale commericializzazione di prodotti biologici.

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