Il presidente francese pronuncia una appassionata difesa della democrazia liberale e pone quattro obiettivi comuni.
Fascinazione illiberale, autoritarismo, guerra civile. L’Europa sta vivendo un periodo che “non possiamo fingere che sia normale”, in cui “guadagna terreno l’idea che la democrazia è condannata all’impotenza”. Senza “risposte chiare e forti”, senza integrazione, riforme e una maggiore solidarietà, la stessa idea di Unione è destinata a naufragare.
Il discorso della Sorbona è lontano, così come il profilo del Partenone di Atene, dove a inizio settembre Emmanuel Macron pronunciò un discorso visionario sul futuro della Ue. Alla plenaria del Parlamento europeo, il presidente francese consegna al contrario un intervento a tratti cupo, di certo molto più realista. Non c’è solo un disegno per l’Europa che verrà come ci si aspettava alla vigilia, ma un campanello d’allarme, un vero e proprio richiamo a serrare le file. E una appassionata difesa della democrazia liberale.

L’idea che guadagna terreno in Europa, secondo la quale la democrazia sarebbe condannata all’impotenza – esordisce il presidente francese – è un’idea che rifiuto, perché di fronte all’autoritarismo che ci circonda dappertutto, la risposta non è la democrazia autoritaria, ma l’autorità della democrazia”. “Serve una nuova sovranità europea”, “sono necessarie risposte chiare e ferme – ripete Macron – per dimostrare che sappiamo proteggere i nostri cittadini: in questo momento la democrazia europea, lo credo profondamente, è la nostra chance migliore, il peggiore degli errori sarebbe abbandonare il nostro modello, la nostra identità, la democrazia rispettosa dell’individuo, delle minoranze, dei diritti fondamentali”.