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LECCE la mostra antologica di VITTORIO DIMASTROGIOVANNI

LECCE la mostra antologica di VITTORIO DIMASTROGIOVANNI

Lunedì 14 ottobre 2023 alle ore 18.30, a Lecce, sarà inaugurata la Mostra Diffusa dedicata all’artista Vittorio Dimastrogiovanni, a cura di Lucio Galante e Carmelo Cipriani.

L’opening si svolgerà presso MUST off Gallery (Via degli Ammirati), dove interverranno il sindaco Carlo Maria Salvemini, l’assessore alla cultura Fabiana Cicirillo e i Curatori. Subito dopo ci si recherà presso la seconda e vicina sede, la Fondazione Palmieri (ex chiesa di San Sebastiano, Vico dei Sotterranei).

Saranno esposte 45 opere totali; quelle prodotte tra il 1959 e il 1982 si potranno ammirare presso la Fondazione Palmieri mentre le opere relative al periodo 1983-2019 saranno esposte negli spazi del MUST.

 

 

 

 

 

 

In merito alle opere visibili presso la Fondazione Palmieri, Lucio Galante (già docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università del Salento) precisa: “Dopo la formazione e le prime opere, con la scoperta di Morandi, Vittorio Dimastrogiovanni provò a cercare una propria strada e lo fece, come normale, guardandosi attorno e alla storia recente dell’arte contemporanea, curiosando tra espressionismo e surrealismo, poi fu il tempo di scelte più decise e non mancarono sollecitazioni a essere del proprio tempo. La più importante fu sicuramente la mostra alla Galleria 3A di Lecce: “Ipotesi linguistiche intersoggettive Strutture organizzate, Proposte di spazio concreto, Metastrutture”. Iniziò, allora, la lunga stagione della sperimentazione astrattista. Nacquero le serie: Equilibrio, Costruzioni, Forme-strutture, compresi gli esperimenti ispirati dalla musica classica, le Progressioni e l’avvicinarsi del nuovo cambiamento”.

E ancora, relativamente alla produzione esposta presso il MUST: “La mostra personale del 1982 (Galleria L’Osanna, Nardò) fu per Vittorio Dimastrogiovanni la presa di coscienza che la sua stagione dell’astrattismo era finita. L’apertura del nuovo corso fu “Arcipelago fiorito”. Il cammino verso la piena maturità artistica cominciava col ritorno alla natura, era il ritorno a ciò che convenzionalmente definiamo “figurativo”. Il nuovo percorso è stato, in realtà, un crescendo dal punto di vista linguistico-espressivo, sostenuto anche da una assidua tensione sperimentale. Il cambio delle tecniche e dei materiali, l’attenzione verso nuovi temi e l’apparire dei due compagni di viaggio rimasti poi al suo fianco: il pesciolino e la lumachina, due piccoli simulacri capaci di dare senso alle sue rappresentazioni, come è avvenuto anche nelle ultime opere. Opere notevoli con le quali ha continuato a mettere a frutto il suo modus operandi, il cui vero valore stava nella “manualità” e nel tempo che comportava, vera garanzia dell’autenticità della sua visione artistica”.

 

 

 

 

 

Cenni biografici: Vittorio Dimastrogiovanni (Lecce, 8 gennaio 1936 – 29 agosto 2020) frequenta l’Istituto d’Arte di Lecce nella sezione “Pittura” ed ha come maestro Luigi Gabrieli. Dopo il diploma, consegue a Napoli l’abilitazione all’insegnamento di Educazione artistica nella scuola media. È del 1970 la prima personale alla galleria “L’Elicona” di Lecce e nello stesso anno collabora come coadiutore della redazione della rivista Gramma promossa dall’omonimo Gruppo costituitosi a Lecce. Nel 1971 partecipa alla collettiva alla galleria “I Tigli” di Firenze assieme agli esponenti del Gruppo Gramma. Del 1982 è la personale alla galleria “L’Osanna” di Nardò, mentre del 1986 è la collettiva con Pietro Liaci e Giovanni Valletta all’Expo-Arte di Bari. Nell’ottobre del 1989 costituisce assieme a Giovanni Dell’Anna, Pietro Liaci, Antonio Mazzotta e Giovanni Valletta il Gruppo Arco, gruppo che si fa promotore di ben cinque mostre collettive (Mostra d’arte contemporanea. Dell’Anna, Dimastrogiovanni, Liaci, Mazzotta, Castello Carlo V, Lecce 1991; Obliqua, Palazzo Elia, Casarano 1993; Lo sguardo della distanza, Castello Carlo V, Lecce 1999; Dissimiglianza, Castello angioino, Copertino 1999; Fiato sospeso, Tipografia Scorrano, Lecce 2002). Numerose personali, soprattutto tra il 2011 e il 2014, hanno consentito alla critica di avviare un più attento esame della sua opera, integralmente riesaminata e riordinata nel catalogo “Vittorio Dimastrogiovanni” (Esperidi 2021).

 

 

 

 

 

 

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Edizioni Esperidi

Il catalogo: Opera antologica del maestro Vittorio Dimastrogiovanni, artista italiano attivo a partire dagli anni ’60 del 1900. Scrive lo storico dell’arte Lucio Galante: “L’arte moderna ha certamente dimostrato sino ad oggi che non occorrono più i materiali preziosi per garantire l’alta qualità dei risultati o anche la loro durata, Vittorio Dimastrogiovanni ne è stato un esempio, con in più la consapevolezza che le sue opere non corrono il rischio della obsolescenza, e soprattutto hanno, più di quelle che prediligono le tecnologie avanzate, la densità dell’impronta umana”. Scrive il critico d’arte Carmelo Cipriani: “Nel corso della sua cinquantennale attività, non ha mai disgiunto l’attività grafica da quella pittorica e, a partire dagli anni Novanta, da quella scultorea, forme espressive praticate entrambe, da quel momento in poi, con uguale dedizione. Perciò uno sguardo d’insieme a tutta la sua produzione grafica consente da un lato di comprenderne l’intrinseco valore, cogliendovi tutte le tappe di un articolato percorso mentale ed emotivo, dall’altro di ripercorrere ab ovo il cammino della genesi pittorica, muovendo dall’origine del segno fino a percorrerne le molteplici diramazioni”.

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