mercoledì, Maggio 15, 2024
HomeCuriositàKiller di mafia prende terza laurea.110 e lode in Scienze della comunicazione.

Killer di mafia prende terza laurea.110 e lode in Scienze della comunicazione.

Dario Troni, 43 anni, sicario del clan Urso-Bottaro fu condannato all’ergastolo. L’università della Tuscia gli ha offerto anche un master.

università

In quell’anno funesto, lo stesso delle stragi Falcone-Borsellino, premette il grilletto a ripetizione. Nell’aprile 1992 uccise un gommista e un giovane rivale: guerre di mafia a Siracusa. Lui, a 19 anni, era già un sicario infallibile del clan Urso-Bottaro. Ma con l’arresto, pochi mesi dopo, iniziò la redenzione. Si appassionò allo studio, il «picciotto»: diritto, economia. Ci prese gusto. Tanto che ora Dario Troni, 43 anni, s’è laureato per la terza volta: 110 e lode.

Il nuovo «sigillo» accademico è arrivato mercoledì scorso, quando l’ex killer di mafia condannato all’ergastolo è stato proclamato dottore in Scienze della comunicazione dalla commissione dell’università della Tuscia, con una tesi dal titolo «Comunicazione e socializzazione in carcere». Il volume rilegato in pelle va ad affiancarsi agli altri due che gli sono valsi la laurea in Economia e Commercio nel 2007 («Il recupero del detenuto: una prospettiva economica») e in Scienze politiche nel 2010 («Interconnessioni e complementarietà nel mondo della mafia»).
Stavolta l’applauso finale di parenti e operatori carcerari è stato ripreso anche sullo schermo: la tesi è stata infatti discussa in videoconferenza con Viterbo, tramite Skype, dal carcere di Paliano, in Ciociaria, dove il detenuto (collaboratore di giustizia) è stato trasferito anni fa.

Al dottor Troni l’università della Tuscia ha anche offerto un master per approfondire il tema. «Proseguirò gli studi», ha annunciato lui dopo la proclamazione. Per nulla preoccupato, almeno all’apparenza, dalla prospettiva del «fine pena mai», dopo i 23 anni di reclusione già trascorsi. «Questo signore – ha commentato il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni – ha deciso di non abbandonarsi alla disperazione della cella, ma ha visto nello studio l’occasione di riscatto. É l’ennesima conferma che la criminalità si combatte anche con la cultura e l’istruzione».
Negli ultimi anni nel Lazio gli investimenti a favore dei percorsi scolastici in carcere (sia in termini di risorse sia di personale) sono aumentati. «Con il Sistema universitario penitenziario – spiega Marroni – abbiamo ideato un modello costituito da una rete istituzionale che mette insieme la Conferenza dei rettori, Laziodisu, Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, carceri, Dap, Regione Lazio e le università Roma Tre, Tor Vergata, Cassino, La Tuscia e La Sapienza». Un’esperienza virtuosa, a giudicare soprattutto dal confronto tra due dati: oggi i detenuti che frequentano l’università sono 120 rispetto ai 17 di dieci anni fa.

 

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Post Popolari

Commenti recenti

Verified by MonsterInsights