Dario Troni, 43 anni, sicario del clan Urso-Bottaro fu condannato all’ergastolo. L’università della Tuscia gli ha offerto anche un master.
In quell’anno funesto, lo stesso delle stragi Falcone-Borsellino, premette il grilletto a ripetizione. Nell’aprile 1992 uccise un gommista e un giovane rivale: guerre di mafia a Siracusa. Lui, a 19 anni, era già un sicario infallibile del clan Urso-Bottaro. Ma con l’arresto, pochi mesi dopo, iniziò la redenzione. Si appassionò allo studio, il «picciotto»: diritto, economia. Ci prese gusto. Tanto che ora Dario Troni, 43 anni, s’è laureato per la terza volta: 110 e lode.
Il nuovo «sigillo» accademico è arrivato mercoledì scorso, quando l’ex killer di mafia condannato all’ergastolo è stato proclamato dottore in Scienze della comunicazione dalla commissione dell’università della Tuscia, con una tesi dal titolo «Comunicazione e socializzazione in carcere». Il volume rilegato in pelle va ad affiancarsi agli altri due che gli sono valsi la laurea in Economia e Commercio nel 2007 («Il recupero del detenuto: una prospettiva economica») e in Scienze politiche nel 2010 («Interconnessioni e complementarietà nel mondo della mafia»).
Stavolta l’applauso finale di parenti e operatori carcerari è stato ripreso anche sullo schermo: la tesi è stata infatti discussa in videoconferenza con Viterbo, tramite Skype, dal carcere di Paliano, in Ciociaria, dove il detenuto (collaboratore di giustizia) è stato trasferito anni fa.