sabato, Aprile 27, 2024
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Giliberti: “Carta famiglia contro povertà”, Salvemini: “No card. Serve inclusione”

Giliberti: “Carta famiglia contro povertà”, Salvemini: “No card. Serve inclusione”

Una carta famiglia per permettere alle famiglie bisognose di Lecce di fare la spesa ed avere una vita più dignitosa: Mauro Giliberti, candidato sindaco del centrodestra, torna a riproporre la “Carta Famiglia”, una misura calcolata in circa 1milione e 200mila euro, ovvero 100mila euro mensili, destinate a 3700 nuclei familiari del capoluogo in difficoltà.

In un video, pubblicato sulla sua pagina Facebook, Giliberti sottolinea i dati di chi a Lecce, spesso, non hanno neanche un piatto a tavola: “Questo – evidenzia – la politica non può accettarlo”. E nel suo intervento spiega la misura, i destinatari e i costi per l’intera consiliatura, che si aggirerebbero attorno ai 6milioni di euro: nello specifico, con i soldi della carta famiglia, si potranno fare acquisti di generi alimentari, prodotti per l’igiene, della casa e della persona”.

Giliberti aggiunge anche, nella sua idea di politiche sociali, la necessità di stabilire un rapporto proficuo con la Regione Puglia per favorire la realizzazione di nuovi alloggi popolari, la nascita di strutture a supporto delle disabilità gravi e di una casa per i senzatetto: “Non è tempo di filosofia – puntualizza -, ci sono leccesi che soffrono la fame. Serve raddoppiare i posti del ‘Dopo di noi’, struttura in cui i ragazzi con disabilità gravi possano essere accuditi quando i genitori diventano anziani o non ci sono più. Penso ai minori a rischio, a nuove strutture per i senzatetto, ad un’amministrazione pubblica sempre più vicina agli ultimi e agli emarginati”.

A Giliberti replica il candidato del centrosinistra, Carlo Salvemini, che ricorda come qualche giorno fa il Senato abbia approvato il ddl delega sulla povertà, con la nascita di un reddito di inclusione, misura che ha ottenuto parere favorevole dall’Alleanza contro la Povertà, rete di associazioni che si batte dal 2013 su questo fronte, che ha definito  la legge delega un “momento significativo” perché “i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo, perdendo il carattere inclusivo che rappresenta, invece, il punto di svolta nella lotta alla povertà e all’emarginazione sociale”.

“Scrivo questo – prosegue – perché ritengo che le ‘card’ che si sono succedute in questo paese (ricordate la ‘social card’ di Tremonti?)  rappresentano una misura vecchia, di semplice assistenzialismo, che non libera davvero dal bisogno”.

Per Salvemini, anche a livello comunale occorre una strategia sistemica, capace di organizzare il secondo livello dell’assistenza: “Oltre a garantire un pasto ai bisognosi – precisa -, come riescono a garantire le mense della Caritas che devono essere affiancate in questo sforzo, bisogna progettare interventi per farli uscire dall’esclusione: ai bambini di quelle famiglie bisogna dare il sostegno scolastico, l’educativa domiciliare, i voucher per l’asilo nido, i buoni per il centro diurno e la ludoteca, il sostegno all’affitto, la possibilità di fare sport. Utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Perché una vita dignitosa non consiste solo nel fare la spesa, ma nel sentirsi pienamente parte della comunità in cui si vive”.

“Non è più tempo – conclude – di limitarsi a dire ‘grazie’ alla Caritas per la funzione di supplenza che garantisce nell’assistenza verso i più deboli. Occorre mettersi al fianco, stringere un patto di collaborazione permanente per costruire una vera rete si sostegno e inclusione”.

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