Lo stadio non è terra di nessuno, nessuna azione criminosa o semplice violazione del regolamento viene lasciata a sé.
Il messaggio emerge chiaramente dalle dichiarazioni del Questore di Lecce Andrea Valentino in occasione della conferenza stampa odierna convocata per illustrare i provvedimenti presi contro i tre che, in occasione della partita Lecce – Inter di domenica 19 gennaio al “Via del Mare”, si sono resi responsabili di gesti illeciti, veri e propri reati, dalla forte connotazione antisportiva.
Pugni e calci sferrati a caso in mezzo al pubblico, una sciarpa nerazzurra data alle fiamme ed esibita come un trofeo. Atteggiamenti deplorevoli da parte di tifosi – o presunti tali – del Lecce che hanno avuto, tra le vittime, anche un ragazzino 14enne tifoso dell’Inter accompagnato dal padre che, a causa delle spinte e per difendere la sciarpa con i colori della sua squadra, è caduto in avanti, sui gradoni di cemento, saltando completamente un’intera fila di posti, senza fortunatamente riportare gravi danni. Per lui era la prima volta allo stadio e quella che doveva essere una festa si è trasformata in un incubo. Solo per un caso fortuito le conseguenze non sono state più pesanti.
Ha, invece riportato un trauma alla nuca e alla zona cervicale, in conseguenza dell’aggressione subita, una quarantenne della provincia di Brindisi, allo stadio insieme al compagno ed ai loro figli per godersi una tranquilla giornata di sport. L’ospedale “Perrino”, dove la donna si è rivolta per le cure del caso, l’ha dimessa con una prognosi di 10 giorni.
Un altro tifoso, anche lui con indosso una sciarpa dell’Inter, dopo essere stato afferrato per il giubbotto e colpito con un pugno allo zigomo sinistro, è stato privato del vessillo neroazzurro, sfilato dal collo. La sciarpa, in seguito, è stata data alle fiamme da uno degli aggressori che l’ha sventolata sopra le teste degli spettatori sotto di lui, esibendola come “trofeo” all’indirizzo del settore ospiti.
Teatro di tali scene di violenza gratuita la curva sud, dove diversi tifosi nerazzurri hanno esultato al gol segnato dalla squadra ospite. Un fatto mal digerito dai seguaci giallorossi e, in particolare, dai tre denunciati che hanno letteralmente dato vita a una sorta di spedizione punitiva, colpendo a caso senza avere riguardo del sesso o dell’età di chi poteva cadere sotto i colpi.
La Digos, avvalendosi anche di filmati amatoriali pubblicati in rete e circolati sui social, ha identificato i responsabili, poi riconosciuti anche dalle persone aggredite: si tratta di C.A., di anni 51, V.S., di anni 29, entrambi di Copertino, ed S.E., di anni 20, di Campi Salentina, tutti tifosi del Lecce, denunciati perlesioni aggravate, tentata rapina, rapina e reato continuato, in concorso tra loro e con altri in fase di identificazione. Nella medesima circostanza, C.A. è stato, inoltre, deferito all’A.G. anche per il reato di accensioni pericolose, avendo dato fuoco alla sciarpa del tifoso nerazzurro. Per tutti loro sono in corso le procedure per l’irrogazione del Daspo e delle sanzioni amministrative aggiuntive, in virtù delle violazioni al regolamento d’impianto.
Le indagini, come sottolineato dal Questore, proseguono anche sul versante dell’esibizione dello striscione – non autorizzato e dai contenuti offensivi – indirizzato all’allenatore dell’Inter e salentino d’origine Antonio Conte.
