giovedì, Marzo 28, 2024
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Dl Lavoro, sì alla fiducia

Dopo la fiducia incassata dalla Camera, il governo blinda il decreto legge lavoro e chiede una nuova fiducia in Senato sul testo. Il provvedimento ha incassato 158 voti a favore (11 in meno di quelli sui cui poté contare l’Esecutivo Renzi alla sua nascita lo scorso 25 febbraio). I voti contrari al dl, che ora torna alla Camera, sono stati 122.

Contro il ricorso alla fiducia, annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, i senatori M5S hanno dato vita a una clamorosa protesta. Protestano le opposizioni: i grillini si ammanettano gli uni agli altri in Aula indossando magliette con la scritta ‘Schiavi mai’, Sel mostra cartelli durante le dichiarazioni di voto e la Lega che distribuisce banconote finte da 80 euro. Dura la replica del presidente di seduta Roberto Calderoli che ha sospeso la seduta. “Sospendo la seduta e vado a cercare un fabbro. Vi garantisco che alla ripresa non ci sarete più”. Calderoli ha anche avvertito che se tale comportamento fosse proseguito a seduta sospesa “posso anche disporre l’arresto”. Parole che devono essere suonate convincenti alle orecchie dei grillini, che in pochi minuti hanno sciolto le catene e la protesta.Il premier “fa le cose e prova a costruire un governo di svolta. Loro perdono solo tempo”, taglia corto anche il senatore renziano Andrea Marcucci.

Sempre dal fronte delle opposizioni, anche Forza Italia insiste nel criticare le nuove norme: “E’ l’ennesima fiducia – attacca la senatrice di Fi Manuela Repetti – per evitare la palude e le insidie della sinistra conservatrice che obbedisce alla Cgil”. Ruolo dei sindacati a parte, che per portare a casa il decreto legge Poletti Esecutivo e maggioranza abbiano dovuto mettere in campo una mediazione “difficile” è un fatto riconosciuto sia dal Pd sia da Ncd. “Le discussioni che hanno accompagnato questo decreto – osserva il presidente Ncd al Senato Maurizio Sacconi – ci devono insegnare l’esigenza di una maggiore lealtà nei rapporti di maggioranza anche alla Camera, ove i rapporti di forza, per un premio elettorale smodato, sono diversi da quelli del Senato”. E che ciò, è la chiosa, sia di insegnamento nel prossimo futuro quando si esaminerà appunto il disegno di legge delega sui temi del lavoro.

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