L’impegno della Terapia intensiva nel recupero di un paziente in coma. A una giovane studiosa di Ostuni il premio “Daniele di Castri”
Due giorni di congresso, 30 e 31 ottobre, nella sala Conferenze Torre Del Parco a Lecce dove si sono riuniti gli specialisti della Società interdisciplinare neuro vascolare (Sinv).
Tema del congresso:
“Il Coma: sfide diagnostico–terapeutiche. Ruolo della terapia intensiva”.
A fare gli onori di casa il dottore Giuseppe Pulito,
primario della Rianimazione del “Vito Fazzi”.
In cattedra anche il prof. Tommaso Fiore, direttore del Dipartimento di Emergenza-urgenza del Policlinico di Bari, (già assessore alla Salute della regione) che ha assegnato il premio “Daniele di Castri” alla dottoressa Marigia Spada.
Alla base della scelta della commissione, «la riduzione della nefrotossicità, un fattore limitante per l’utilizzo della colistina, un antibiotico considerato spesso l’ultima risorsa in terapia intensiva per cercare di sconfiggere le infezioni gravi dei pazienti critici».
«Ho sempre desiderato diventare il medico di alto profilo, chiamato a decidere situazioni importanti e salvare la vita alle persone», ha confessato la premiata.
La giovane dottoressa di Ostuni ha ricevuto il premio (in denaro) dalle mani della moglie del compianto anestesista Daniele di Castri, in servizio per molti anni a Lecce, a Nardò e infine a Copertino, dove è deceduto 8 anni fa.
Tornando al congresso si sono avvicendati relatori di tutte le discipline che hanno a che fare con la rianimazione: dal neurologo al neuro rianimatore, dal neurochirurgo al neuroradiologo.
«Il congresso è importante perché la situazione di coma non è unica e ben definita– spiega il dottore Pulito – Etichettare un paziente in coma vegetativo significa abbandonarlo, però si è visto che l’abbandono porta sempre a morte. Molte volte invece, impegnandosi al recupero, questi pazienti hanno la possibilità di dare delle risposte neurologiche adeguate».
Fra le nuove metodiche illustrate, l’ecocolordoppler, lo studio con ultrasuoni del flusso cerebrale che apre la strada a un nuovo campo di sicura applicazione in neuro rianimazione.