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«Protopapa: l’uomo, l’artista, il ferroviere…il leccese».

Omaggio a uno dei più grandi commediografi del Salento, sabato 22 luglio all’Arena Capitano Black del Parco Adele Savio a Castromediano, nell’ambito del cartellone dell’«Estate Cavallinese 2017» con l’Associazione Attori Riuniti

«Protopapa: l’uomo, l’artista, il ferroviere…il leccese». Da un’idea di Franco Ciardo, con soggetto e sceneggiatura di Matteo Cannito, l’omaggio a una delle più grandi figure intellettuali della storia culturale del Salento. Sabato 22 luglio all’Arena Capitano Black del Parco Adele Savio a Castromediano, nell’ambito del cartellone dell’«Estate Cavallinese 2017», la rassegna di eventi siglata dall’Amministrazione Comunale di Cavallino, va in scena «Protopapa: l’uomo, l’artista, il ferroviere…il leccese», spettacolo teatrale con l’Associazione Attori Riuniti di Gigi Urru. Inizio ore 21, ingresso libero. Infotel: 366/6385829.

protopapa

 Il lavoro teatrale  mira a ricordare colui che ha dato vita al teatro in vernacolo salentino: il leccese Raffaele Protopapa nato nel 1907 che ha lavorato per più di trent’anni come ferroviere, ha coltivato sin da ragazzo la passione per la scrittura. Insieme all’amico Mario Perrotta frequentava il «Circolo Borsi» dove di tanto in tanto Protopapa recitava le poesie dei giovani autori leccesi, fra questi l’indimenticabile Giuseppe De Dominicis alias «Capitano Black».

 Uno spettacolo che riscuote successo sin dalla sua prima rappresentazione, nel 2015, messo in scena in occasione dei vent’anni dalla morte del grande commediografo. La struttura narrativa dello spettacolo prevede un alternarsi tra passato e presente dove i personaggi realmente esistiti si incontrano con quelli frutto della fantasia. Tutto ciò è stato strutturato al fine di consentire al pubblico di conoscere appieno Raffaele Protopapa, un uomo straordinario, amante della lettura, che conosceva altre lingue, predisposto ad imparare, che amava nutrirsi di altre opere e non era chiuso nel proprio mondo. «Raffaele Protopapa era una persona intellettualmente onesta – dichiara Matteo Cannito  – Ho concepito questo spettacolo come una sorta di viaggio, in fondo lo stesso Protopapa ha sempre viaggiato e non solo per lavoro ma soprattutto con la fantasia. La sua stessa vita era un viaggio».

 Raffaele conobbe sua moglie Pasqualina non giovanissimo. Entrambi pur svolgendo professioni differenti (lei era maestra di scuola elementare) si completavano amorevolmente. Lina era una donna con uno spirito libero, all’avanguardia, e una volta incontrato Raffaele Protopapa ne è rimasta abbagliata. Questo amore travolgente si è rivelato una fonte di energia per entrambi. Si racconta infatti che spesso lei sollecitava lui a stilare nuovi copioni da sottoporre ai suoi alunni per le recite scolastiche.

 Il lavoro di ricerca su Protopapa non è stato semplice: Cannito ha dovuto rincorrere persone anziane che lo hanno conosciuto personalmente perché le fonti scritte erano molto limitate. Fra i tanti aspetti interessanti dell’intensa produzione teatrale di Raffaele Protopapa non c’è solo quella di aver dato lustro ad una lingua nobile come il dialetto salentino e quello di raccontare attraverso l’ironia delle grandi verità, ma anche la capacità di cogliere la spensieratezza dei bambini che con il tempo va a scemare. «Protopapa – dice Matteo – ci ha insegnato a rincorrere i nostri sogni e a fare il possibile per realizzarli».

Interpreti: Matteo Cannito, Chiara Perrone, Gigi Urru, Dario De Mitry, Lilly Quarta, Giuseppe Lauria, Samuele Rizzo. Soggetto, sceneggiatura e regia di Matteo Cannito, aiuto regia di Chiara Perrone, produzione di Attori Riuniti.

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