Bomba di Capodanno a Firenze, anarchico arrestato a Roca
Pierloreto Fallanca, 30enne di Teramo, ben noto agli archivi di polizia italiani per la sua appartenenza a gruppi di anarchici – antagonisti, è una delle otto persone individuate dalla Digos di Firenze come responsabili, a vario titolo, dell’attentato di Capodanno alla libreria “Il Bargello” e del lancio di molotov alla caserma dei carabinieri di Rovezzano il 21 aprile scorso.
La bomba alla libreria – un vero e proprio attentato terroristico in stile “anni di piombo”- causò la perdita di un occhio e di una mano all’artificiere di polizia Mario Vece che si avvicinò all’ordigno proprio nel momento in cui scattò il timer. Per questo Fallanca è accusato, oltrechè di fabbricazione di ordigno atto ad esplodere, anche di tentato omicidio in concorso.
Fallanca, alle spalle un ricco elenco di precedenti denunce per occupazioni e scontri (anche a Brindisi, davanti al centro di accoglienza di Restinco) non è nuovo nel Salento: la sua “gita” a Roca è recente ma non è la prima.
Insieme a lui, nella casa occupata, gli agenti della Digos di Lecce che hanno dato esecuzione al provvedimento, c’erano anche altre otto persone, tutte del posto e conosciute alla Polizia perchè appartenenti a gruppi di antagonisti attivi sul territorio e finiti di recente nelle indagini sugli scontri durante le manifestazioni “No Tap”.
“Fallanca non ha partecipato alle manifestazioni – ha chiarito il Questore di Lecce Leopoldo Laricchia durante la conferenza stampa– ma è un soggetto che, come altri, gravita in ambienti antagonisti che vedono il Salento come un ‘punto di lotta’. Proprio su questo fronte è bene sempre distinguere la protesta civile e legittima da veri e propri atti criminali”.
Fallanca è ora in carcere, la casa occupata di Roca è in attesa di essere sgomberata: per procedere la polizia deve prima acquisire la denuncia dei due proprietari dell’immobile.
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il capo della polizia, Franco Gabrielli. “L’operazione della polizia che ha interessato diverse città italiane – ha sottolineato il ministro -, rappresenta un successo di alto livello conseguito attraverso una complessa e articolata attività investigativa svolta dalla Digos di Firenze, Roma e Lecce e dal Servizio centrale antiterrorismo, che hanno lavorato per mesi in stretto contatto con la Magistratura”. “L’operazione – ha proseguito Minniti – assume poi un significato particolare perché in coincidenza con il rientro del sovrintendente Mario Vece ai compiti operativi della squadra mobile di Firenze”.