La Asl aveva da tempo sospetti sulle spese per le protesi. Lo afferma in una nota l’azienda sanitaria, il giorno dopo gli arresti che hanno portato in carcere una funzionaria e un rappresentante di una ditta specializzata.
«Per quanto attiene il Servizio Protesi -spiega la nota-, da tempo la ASL Lecce aveva individuato delle anomalie di spesa non giustificabili né da un punto di vista epidemiologico né dall’innovazione tecnologica del prodotto protesico. A tal fine erano state fatte delle verifiche che avevano interessato tutti gli ambiti territoriali e le situazioni anomale erano state poste all’attenzione delle autorità giudiziarie competenti per gli approfondimenti ritenuti necessari.
Il settore è particolarmente delicato in quanto rivolto a persone con particolari fragilità. La crescita della spesa è spesso legata all’immissione di dispositivi tecnologicamente sempre più avanzati e quindi maggiormente costosi ma necessari per il recupero delle disabilità e per il controllo delle patologie croniche che affliggono larghi strati della nostra popolazione. Obiettivo finale è sempre stato quello di dare al cittadino gli opportuni strumenti di cura all’interno però dei vincoli di spesa stabiliti in ambito regionale e nazionale».
La Asl ricorda come molte di queste ditte hanno sempre operato nella legalità e nel rispetto delle regole normativamente stabilite: «Ovviamente gli episodi di cronaca riscontrati impongono un rafforzamento del nostro piano di monitoraggio che andrà avanti e sarà sempre più puntuale e capillare e offrirà agli organi preposti la massima collaborazione tecnica che solo gli operatori sanitari possono assicurare per rendere sempre più puntuale e trasparente un servizio essenziale per l’utenza».