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Diagnosi del tumore e dell’Alzheimer attraverso il respiro: la ricerca pugliese protagonista

In Puglia già da tempo si stanno facendo enormi passi in avanti sulla sperimentazione di nuovi metodi diagnostici non invasivi per individuare vari tipi di tumori. Abbiamo già parlato in passato della macchina che analizza il respiro per individuare il cancro all’esofago, al colon, allo stomaco e ora persino al polmone. Pensate a quanto sarebbe bello sostituire la colonscopia con un bel soffio in uno strumento nuovo. Il direttore ARESS, Giovanni Gorgoni, ci informa che questo tipo di diagnosi può essere fatta per tutta una serie di malattie croniche e per l’Alzheimer. Intanto arriva un importante riconoscimento della comunità scientifica internazionale per le ricerche svolte dal Centro Regionale di Breath Analysis, tra i primi centri pubblici al mondo per l’analisi del respiro istituito un anno fa con Protocollo di intesa siglato dall’Agenzia Regionale Strategica per la Salute ed il Sociale – ARESS Puglia, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e l’IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari.

Diagnosticare il cancro con un respiro sembra fanta-medicina, ma già nel 2017 la comunità scientifica mondiale ha affrontato il tema in un Congresso che si è tenuto ad Amsterdam. Alcuni tumori che riguardano l’apparato digerente sono subdoli, agli esordi non si manifestano con dei sintomi chiari. Oggi, ad esempio, per individuare i tumori del colon si fanno gli screening quando si raggiunge la mezza età, ma anticiparli con l’analisi del respiro e poterli ripetere così agevolmente sarebbe un sogno. È stato pubblicato un importante lavoro, targato “Apulian Breath Analysis Center (CeRBA)” su una delle più prestigiose riviste scientifiche riguardanti la ricerca in campo oncologico, “Cancers”, confermando il notevole interesse della comunità scientifica internazionale per la Breath Analysis, l’analisi del respiro, ricerca in cui la Regione Puglia ha fortemente creduto.

“Grazie all’interdisciplinarietà del gruppo di ricercatori coordinato dal Prof. Gianluigi de Gennaro e che arruola chimici e fisici dell’Università degli Studi di Bari e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, oltre che gli oncologi clinici dell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ coordinati dal Dott. Domenico Galetta, è stato possibile analizzare i Composti Organici Volatili (COV) nell’espirato di soggetti affetti da mesotelioma pleurico e identificare un pattern di COV potenzialmente diagnostico per una delle patologie tumorali per le quali, ancor oggi, non si dispone di test di screening per la diagnosi precoce – spiega Gorgoni – Lo studio, infatti, riporta i risultati preliminari di questa promettente sperimentazione realizzata dal Centro Pugliese di Breath Analysis e apre scenari confortanti per lo sviluppo di test di screening precoce.

La metodica di analisi del respiro rappresenta un campo molto interessante anche in altre patologie tumorali diverse da quelle che originano dall’apparato  respiratorio (per esempio nelle neoplasie del colon studiate dal gruppo del prof. Donato Altomare) tanto che negli ultimi anni la letteratura scientifica si è costantemente arricchita di studi sull’argomento”.

“La pubblicazione si riferisce ai primi dati di uno studio sistematico che stiamo realizzando nell’ambito delle  patologie di cui ci occupiamo presso la SSD di Oncologia Toracica dell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ e cioè le neoplasie della pleura e del polmone – afferma la Dott.ssa Annamaria Catino che ha condotto la parte clinica dello studio – Siamo convinti che un tipo di analisi così poco invasiva, ripetibile e promettente riguardo alla correlazione con la presenza della malattia, delle sue caratteristiche biologiche e del suo decorso, potrebbe rappresentare un utile strumento, una volta validato ed eventualmente  integrato con altre indagini, ad oggi principalmente radiologiche, sia nello screening che nella diagnosi e nel  monitoraggio della malattia in corso di trattamento. Stiamo inoltre estendendo la sperimentazione ad altre cliniche a cominciare da quelle del nostro territorio come l’Ospedale Moscati di Taranto”.  

Per la Dott.ssa Di Gilio, primo nome della pubblicazione: “L’aspetto più affascinante di questa collaborazione è lo scambio di esperienze e dunque la  possibilità di realizzare una forma di ricerca traslazionale unendo le intuizioni scientifiche e le tecnologie con l’applicazione  clinica”.

Il CeRBA Puglia è iniziativa totalmente pugliese servendosi dei saperi dei tre enti menzionati (AReSS Puglia, Università di Bari e IRCCS Giovanni Paolo II di Bari) oltre che della tecnologia analitica  del dispositivo Mistral realizzato dalla barese Predict. 

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