lunedì, Aprile 29, 2024
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A Lecce la rassegna “Votarti m’affatica. Le parole della scelta. La scelta delle parole”

Da venerdì 19 gennaio a giovedì 1 marzo (ore 19 – ingresso libero) appuntamento a Lecce con “Votarti m’affatica. Le parole della scelta. La scelta delle parole”, una rassegna, a cura del giornalista Pierpaolo Lala, organizzata da Conversazioni sul futuro, Io non l’ho interrotta e Coolclub, in collaborazione con Officine Culturali Ergot, Fondo Verri e Crocevia (che ospiteranno i sei incontri in programma). Per attendere le elezioni politiche del 4 marzo si discuterà con giornalisti, linguisti, esperti e comunicatori partendo da alcune parole chiave: gente, post verità, esperimento, disinformazia, disputa felice e hashtag. Tra gli ospiti il giornalista di Vice Italia Leonardo Bianchi (19 gennaio), il consulente politico Giuseppe Di Caterino (2 febbraio), il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni (9 febbraio), l’esperto di comunicazione e innovazione digitale, a lungo consigliere alla comunicazione di Matteo Renzi, Francesco Nicodemo (16 febbraio), il giornalista Bruno Mastroianni e la sociolinguista e responsabile del profilo Twitter dell’Accademia della Crusca Vera Gheno (24 febbraio) e lo scrittore Marco Montanaro (1 marzo).

Primo appuntamento venerdì 19 gennaio (ore 19 – ingresso libero) al Crocevia con il giornalista di Vice Italia e blogger Leonardo Bianchi e il suo volume “La Gente. Viaggio nell’Italia del risentimento” (Minimum Fax). Dieci anni fa usciva La casta, un libro che ridefiniva il discorso politico italiano: la fine dei partiti tradizionali, l’odio per le élite in generale, l’indignazione di chi si sentiva escluso e defraudato. Oggi quel risentimento si è rovesciato in orgoglio: la fine della politica come la conoscevamo non ha generato un vuoto, ma una galassia esplosa di esperienze tra il grottesco, il tragico e l’apocalittico. Dai forconi alle sentinelle in piedi, dai «cittadini» che s’improvvisano giustizieri alle proteste antimigranti, La Gente è il ritratto cubista dell’Italia contemporanea: un paese popolato da milioni di persone che hanno abbandonato il principio di realtà per inseguire incubi privati, mentre movimenti politici vecchi e nuovi cavalcano quegli incubi spacciandoli per ideologie. Leonardo Bianchi ha scritto il miglior reportage possibile su un paese che non si può raccontare se non a partire dalle sue derive, e l’ha fatto seguendo ogni storia con la passione di un giornalista d’altri tempi, il rigore dello studioso che dispone di una prospettiva e di un respiro internazionali, e un talento autenticamente narrativo, capace di attingere a una ferocia e a una forza profetica degne di un romanzo di James Ballard. Leonardo Bianchi, giornalista e blogger, è news editor di VICE Italia. Ha collaborato, tra gli altri, con Valigia Blu e Internazionale. Dal 2008 scrive di politica, attualità e cultura anche sul suo blog satirico La Privata Repubblica.

Venerdì 2 febbraio (ore 19 – ingresso libero) il consulente politico Giuseppe Di Caterino presenterà “Fuori dalla bolla. Politica e vita quotidiana nell’era della post-verità” (Mimesis), scritto con Giuseppe A. Veltri. Dalla Brexit all’elezione di Trump, dal referendum costituzionale al dibattito politico quotidiano, le bolle informative della Rete stanno trasformando il processo politico e democratico con una radicalizzazione delle posizioni in campo e un assottigliamento degli spazi di confronto o sintesi. Un meccanismo che favorisce le narrative populiste, mentre quelle riformiste si mostrano incerte, senza una propria prospettiva culturale sul modo di abitare la Rete. Ma quali sono le leve socio-psicologiche alla base di tali dinamiche? E cosa si può fare per scongiurare la regressione cui sembra irreversibilmente condannata la nostra democrazia?

Venerdì 9 febbraio (ore 19 – ingresso libero) il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni approderà alle Officine Culturali Ergot con il suo recentissimo volume “L’esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 Stelle” (Laterza). A questo esperimento Casaleggio lavorava fin dalla fine degli anni Novanta, quando – amministratore di Webegg – cominciò a testare nei forum intranet dell’azienda i meccanismi di formazione e produzione del consenso attraverso le reti. Ma quello era solo l’inizio. L’esperimento si sviluppa attorno a un nocciolo: propaganda, propaganda, propaganda. Sociale, pianificata, centralizzata, virale. Testi e scaletta dei Vday (gli eventi che rappresentano di fatto l’antecedente storico del Movimento) sono già coordinati da due dipendenti della Casaleggio. Grillo è l’innesco per far evolvere l’esperimento a un livello superiore: è il frontman, l’uomo del consenso elettorale che può coagulare e incarnare un sentimento di rivolta contro il sistema, ormai fortissimo nella società. In questa prima stagione il Movimento predica alcune cose con integralismo militare: il rifiuto assoluto di comparire nella tv italiana, la promessa di dimezzare lo stipendio ai suoi futuri politici e di vivere secondo uno stile di vita francescano, la posizione contro l’euro e lo scetticismo verso l’Unione europea. Al contrario, promette la democrazia attraverso Internet ed esalta la meritocrazia, denunciando la piaga dei tanti ragazzi italiani costretti a cercare fortuna all’estero. Per ognuno di questi cavalli di battaglia emergerà lo scollamento tra come il Movimento si è proposto inizialmente a elettori e attivisti e quel che realmente ha fatto sino a oggi.

Venerdì 16 febbraio (ore 19 – ingresso libero) al Crocevia, Francesco Nicodemo presenterà “Disinformazia. La comunicazione al tempo dei social” (Marsilio). Dodici anni fa «Time» incoronò persona dell’anno «You»: «You control the Information Age. Welcome to your world» si leggeva in copertina. Ma è davvero così? Siamo noi a controllare l’informazione grazie alla rete? A ben vedere, il «rumore di fondo» ha preso il sopravvento, disorienta i cittadini e ne influenza le decisioni. Vaccinare i propri figli, iniziare una terapia medica, fidarsi della scienza o lasciare che si insinui il dubbio, mettendo in discussione certezze ormai acquisite? E come agire da elettori consapevoli? È possibile operare una scelta ponderata sottoposti come siamo al fuoco di fila di notizie inesatte, falsi allarmismi, parole di odio? Francesco Nicodemo prova a smascherare in questo libro le distorsioni che agiscono sulla nostra percezione della realtà. In ballo vi è la vittoria tra due visioni contrapposte: un mondo ripiegato su se stesso e sulle sue paure, che propone ricette anacronistiche a problemi sempre nuovi, e uno aperto, ottimista, orientato al progresso. Sullo sfondo, una profonda convinzione: la risposta più decisa deve arrivare dalla politica. In che modo? «Coinvolgendo, dialogando, usando in maniera costruttiva le potenzialità offerte dal digitale, facendo sentire ciascuno protagonista di un progetto comune».

Sabato 24 febbraio (ore 19 – ingresso libero) alle Officine Culturali Ergot il giornalista Bruno Mastroianni e la sociolinguista e responsabile del profilo Twitter dell’Accademia della Crusca Vera Gheno illustreranno le “regole” de “La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico” (Franco Cesati Editore). La svolta epocale provocata dalle tecnologie digitali è stata quella di mettere tutti in una condizione di costante confronto. Sui social network diversi mondi – culturali, sociali, religiosi – si incontrano ogni giorno, senza mediazioni e senza filtri. La diversità, che prima era un’esperienza specifica nella vita, è diventata un aspetto ordinario della realtà. È questa la radice dell’ostilità online e di quel senso di polarizzazione e contrapposizione che sembra inquinare stabilmente il discorso pubblico. Grazie al web tutti – volenti o nolenti – ci siamo avvicinati, ma questo non ci ha reso automaticamente dei “buoni vicini”: è qualcosa che dobbiamo conquistare giorno per giorno. Questo testo nasce da una necessità: non impariamo mai a confrontarci efficacemente con il diverso da noi. Non lo studiamo a scuola. Non è detto che ne facciamo esperienza in famiglia. Nei nostri contesti sociali spesso non ne abbiamo occasione. Qualcuno lo impara per professione. Eppure tutti, da quando abbiamo uno smartphone in mano, siamo gettati nel dibattito pubblico, a discutere di temi cruciali per la nostra esistenza, in mezzo ad altri anche molto distanti da noi. Con l’aiuto dei migliori principi della retorica, del media training e della comunicazione di crisi, in questo testo si offre una guida sintetica per imparare a sostenere il proprio punto di vista davanti all’altro che non è d’accordo, senza litigare, ma provandovi gusto e soddisfazione. È la disputa felice.

Giovedì 1 marzo (ore 19 – ingresso libero) alle Ergot ultimo appuntamento con il curatore della rassegna Pierpaolo Lala e lo scrittore Marco Montanaro, che da diversi anni si occupa di scritture e comunicazione per enti pubblici e aziende, che condurranno una serata con vari ospiti per commentare la campagna elettorale e le sue parole chiave.

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