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25 Aprile, memoria e monitoraggio dei nuovi fascismi. Tomeo (Anpi): “Battaglia culturale, nessuna zona intermedia”

Una cerimonia sobria, senza pubblico, ma non per questo meno intensa quella per il 75esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Il 25 Aprile 2020 cade in piena emergenza sanitaria e ha subito le necessarie limitazioni previste per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus. Il copione è identico, a Lecce come altrove.

Nel capoluogo salentino, alla cerimonia – svoltasi in piazza Partigiani – hanno preso parte, come da indicazioni del Ministero dell’Interno e della Prefettura, il sindaco Carlo Salvemini e il presidente provinciale Anpi Silverio Tomeo.

Struggente l’accompagnamento musicale del maestro Raffaele Casarano che ha eseguito l’inno nazionale e la canzone popolare “Bella Ciao”.

Il Comune di Lecce e l’Anpi hanno presenziato con i rispettivi labari. La cerimonia è stata trasmessa in diretta sulla pagina facebook del Comune di Lecce per dare modo a chiunque di assistervi, anche se solo virtualmente.

Alle 9,30 è stata deposta una corona. Il sindaco, per sottolineare il significato della cerimonia, ha ricordato che il suo svolgimento “non è un esercizio retorico, né un adempimento rituale, ma un’occasione per rinnovare valori e principi universali, come la lotta contro ogni forma di oppressione e il sacrificio anche della propria vita per l’affermazione della libertà”. A chi non crede nel senso di tale ricorrenza, Salvemini ha ricordato il celebre dialogo tra Vittoria Foa e Giorgio Pisanò, entrambi senatori ma con storie diverse, il primo partigiano e tra i padri della Repubblica, il secondo repubblichino, tra i fondatori del Movimento Sociale. “Se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me”, disse Foa al suo interlocutore. In un tempo sospeso a causa dell’emergenza sanitaria, con il popolo italiano messo in ginocchio da un virus, il primo cittadino sollecita, poi, a “non perdersi mai d’animo”.

Tomeo ricorda come l’Anpi, di cui è presidente provinciale, porta avanti la memoria ma monitora anche i fascismi emergenti che assumono le vesti di sovranismo e “fascioleghismo”. “Va fatta una battaglia culturale”, avverte. E poi incita gli enti e le istituzioni a non concedere patrocini ad associazioni che mascherano ideali neofascisti. Non ci dev’essere “nessuna zona intermedia”, il suo monito. Antifascismo e fascismo, anche nella sua dimensione attuale, vanno mantenuti distinti. Poi ricorda come “l’antifascismo ha una sua traccia anche a Lecce”, come ormai acclarato da studiosi e storici, a differenza di quanti negavano l’esistenza di partigiani salentini. Invece, ecco i numeri: “In 2mila, fra patrioti e partigiani, andarono a combattere al nord o altrove, in Jugoslavia, per esempio”. Dando il loro contributo alla Liberazione dal nazifascismo e alla democrazia. Quella democrazia che consente a tutti, oggi, di esprimere in libertà il proprio pensiero e il proprio dissenso.

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