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MADONNE ADDOLORATE E DESOLATE CRISTI DEPOSTI, FLAGELLATI, IN PIETÀ

DAL 26 OTTOBRE AL 27 NOVEMBRE 2015 IN RETTORATO  LA MOSTRA “I MISTERI E LA PASSIONE. ARTE, SOCIETÀ E TERRITORIO”

Madonne addolorate e desolate, cristi deposti, flagellati, in pietà: 15 statue prevalentemente in cartapesta, collocabili tra Ottocento e Novecento, saranno esposte dal 26 ottobre al 27 novembre 2015 nella sala espositiva del chiostro del Rettorato dell’Università del Salento (piazza Tancredi 7, Lecce), raccolte nella mostra “I Misteri e la Passione. Arte, società e territorio”.

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All’inaugurazione, in programma il 26 ottobre alle ore 15, saranno presenti:

  • il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara
  • il Direttore Generale Emanuele Fidora
  • il Prorettore Antonio Lucio Giannone
  • Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei beni culturali
  • Nicola Grasso, docente di Legislazione dei Beni culturali
  • Giovanni Mastronuzzi, archeologo

Ideata e realizzata da Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei beni culturali, e con l’allestimento di Fulvio Tornese, la mostra propone uno sguardo retrospettivo su una singolare storia della religiosità del territorio salentino

misteripassione02i Misteri della Settimana Santa, che alimentano il mercato artistico della cartapesta leccese nel momento di passaggio dalla specificità artigianale delle operose botteghe degli antichi maestri, tenacemente legati alla tradizione figurativa del territorio, a una serialità di tipo industriale che contamina forme e modelli.

Le statue esposte hanno alle spalle almeno due guerre, e sono quasi sempre il risultato di un rapporto sociale tra le confraternite laicali e gli artisti del tempo. La richiesta di queste statue costituiva un aspetto qualificante della vita sociale e religiosa dei confratelli, che gestivano uno spazio sacro destinato a essere presidiato da Santi e Madonne: difensori a oltranza dell’ortodossia iconografica in ossequio ai testi sacri.

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«I nomi degli artisti/artigiani presenti in mostra», spiega Gaeta, «sono in molti casi quelli che gli studi hanno messo a fuoco, ma figurano anche statue ancora anonime che attendono una ricostruzione storica. La mostra è anche una finestra aperta, senza pregiudizi, sulle tante linee di ricerca che solo una lettura sociologica dei problemi figurativi potrà dischiudere, entro una trama di collaborazioni scientifiche che l’università avvia con soprintendenze, musei diocesani, enti ecclesiastici, studiosi del territorio».

La mostra è corredata da un pieghevole informativo che prelude a un progetto, già avviato, di un corposo catalogo «nel quale si confronteranno dialetticamente i tanti osservatori metodologici da cui ripartire per dipanare una geografia artistica nella sua complessità», conclude Gaeta, «dall’antropologia alla musicologia, dalla storia all’arte includente anche il cinema e il teatro. Sono stati già chiamati a raccolta studiosi delle varie istituzioni e giovani formatisi presso la nostra Università. La collaborazione tra le diverse cattedre, in primis quella di Storia dell’arte contemporanea (Massimo Guastella), ma anche quella di Antropologia culturale (Eugenio Imbriani), di Storia delle tecniche artistiche (Raffaele Casciaro), di Iconografia musicale (Daniela Castaldo) mira a una convergenza di propositi intellettuali che dovrebbero scongiurare l’autoreferenzialità di piccole o grandi ricerche. Fondamentale in tal senso è lavorare assieme ai funzionari delle soprintendenze (Caterina Ragusa, Antonella di Marzo, per citare solo alcuni che hanno dato il loro apporto scientifico e tecnico) per uscire da un sordo isolamento istituzionale nel quale i tempi relegano».

Dedicata a Claudia De Giorgi, Antonio Cassiano e Gino Rizzo, la mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lecce, Brindisi e Taranto, delle Diocesi e delle Confraternite del territorio salentino.

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