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A nuda voce. Canto per le tabacchine

A nuda voce. Canto per le tabacchine

Quattro appuntamenti imperdibili, nel mese di Marzo, per il recital poetico nato dalla raccolta “A nuda voce. Canto per le tabacchine”, di Elio Coriano, edita da Musicaos Editore. Il 4 Marzo a Lecce, (Teatro Paisiello, ore 20.00), nell’ambito di Itinerario Rosa e il 5 Marzo presso il Chiostro di Sant’Antonio, a Nardò, nell’ambito di “Ricordando l’8 marzo: Donne, storia di una libertà incompiuta”. Il 6 marzo sarà la volta del “Club degli Amici” di Aradeo (sito in Viale della libertà), che ospiterà Elio Coriano, Stella Grande e il musicista Vito Aluisi. L’8 marzo “A nuda voce. Canto per le tabacchine” sarà di scena a Mesagne alle ore 19.30, presso la Parrocchia del Carmine, in Piazza San Michele Arcangelo. Ingresso libero per tutti gli appuntamenti.

“A nuda voce. Canto per le tabacchine” (Musicaos Editore) è il titolo dell’ultima raccolta poetica di Elio Coriano, dedicata alla tragedia che portò alla morte di sei tabacchine a Calimera, il 13 Giugno 1960, per l’incendio nei locali della ditta Villani e Franzo. A un anno dalla pubblicazione della raccolta poetica (giunta alla sua seconda ristampa), dopo decine di presentazioni tenutesi nel Salento, a Taranto, Brindisi e in Calabria, la performance di Elio Coriano giunge (è la seconda volta per il poeta) presso la prestigiosa sede della Camera dei Deputati, nell’ambito di un appuntamento di rilievo nazionale.

La poesia di Elio Coriano, i cui versi sono forti della loro impronta sociale e storica, è stata ospite nel 2015, con “A nuda voce. Canto per le tabacchine” (insieme al canto di Stella Grande e alla musica di Vito Aluisi), di diversi luoghi-simbolo della ‘resistenza culturale’, dalla casa/biblioteca di Girolamo Comi, a Lucugnano, a Palazzo Gallone di Tricase, nell’ambito della mostra “Le donne tra analfabetismo ed emancipazione. Dalle carte di Tommaso Fiore”, passando dallo Spazio Sociale della Biblioteca Popolare di Taranto, dal FondoVerri di Lecce alle Officine Culturali Ergot e al Palazzo Imperiali, di Latiano (Br); nella Grecià Salentina “A nuda voce. Canto per le tabacchine” è stato ospite di Parco Palmieri, a Martignano e del Nuovo Cinema Elio, a Calimera, in due appuntamenti organizzati dalle rispettive amministrazioni locali; infine, nell’ambito del festival itinerante “La Notte Incanta”, la performance di Elio Coriano è ritornata a Calimera, l’11 agosto scorso.

MASSIMO MELILLO, Nuovo Quotidiano di Puglia:

“A nuda voce” racconta in versi l’ormai leggendaria e mitica epopea delle tabacchine salentine per conquistare dignità e giustizia e proprio questo cd contiene in apertura “La danza del fuoco”, che ricorda la strage di Calimera del 13 giugno 1960 quando un incendio sviluppatosi nel magazzino “Villani e Pranzo”, uccise le tabacchine Luigia Bianco, Lina Tommasi, Luigia Tommasi, Epifania Cucurachi, Lucia Di Donfrancesco e Assunta Pugliese, ricordate a Calimera in una lapide con i versi di Maria Roca Montinaro. E scrivendo in prefazione la storia di Rosetta, tabacchina comunista e attivista sindacale della Cgil con Cristina Conchiglia, Adele Bei, Sara Librando – alla quale i Comunisti italiani di Carmiano del Pdci salentino hanno de dicato la loro sezione – Ada Donno annota la durezza e la precarietà, oggi come allora, del lavoro. “A nuda voce”, per giunta, viene pubblicato a ridosso dell’ottantesimo anniversario della tragica e sanguinosa rivolta di Tricase del 15 maggio 1935 per protestare contro lo scioglimento del tabacchificio Acait e sarebbe auspicabile cogliere questa coincidenza affinché quegli avvenimenti siano compiutamente tramandati per ricordare quell’ormai lontano maggio, quando le forze dell’ordine del regime fascista spararono sulla folla uccidendo Maria Assunta Nesca, il quindicenne Pietro Panarese, Cosima Panico, Pompeo Rizzo e Donata Scolozzi.

Francesco Aronne, FARONOTIZIE.IT – Anno X – Numero 109

E ad Elio Coriano il merito di riannodare i fili con un nostro passato neanche tanto lontano. La durezza del lavoro nei campi. Echi forti di un mondo da cui proveniamo. Schiene curve, maglie di lana fatte in casa indurite da incrostazioni del sale del sudore cristallizzato nella sera estiva. L’odore di pecora immerso in quello della fatica e da questo coperto. Nessuna doccia e nessun bagnoschiuma a lenire la fatica di un altro giorno duro, duro e nero. Come il nero della terra sotto le unghie, efficace immagine con cui l’autore suggella l’estrema sintesi della durezza di quella/questa vita. La terra da cui proveniamo ed a cui ritorneremo, la terra che ci nutre e ci inghiotte, la terra che vilipendiamo ingenerosamente quotidianamente, la terra madre che ci accoglie e ci salva da ogni naufragio, la terra promessa e mancata.

 

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