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Veleni a Burgesi, la Procura precisa: “Nessun riscontro di fusti di Pcb in discarica”

Veleni a Burgesi, la Procura precisa: “Nessun riscontro di fusti di Pcb in discarica”

Nessuna nuova inchiesta per la discarica di Burgesi. Lo fa capire la Procura in una nota firmata dal procuratore Antonio De Donno e dall’aggiunto Elsa Valeria Mignone: “La presenza di Pcb nella discarica di Ugento, segnalata dalle analisi del Cnr è stata individuata soltanto nel percolato, mentre le analisi non hanno individuato alcuna contaminazione nell’acqua di falda prelevata dai pozzi limitrofi alla discarica. Peraltro le quantità di  Pcb, di certo non rilevantissime, presenti nel percolato, comunque destinato ad un particolare smaltimento in sicurezza, sono agevolmente ricollegabili a quanto già accertato, con sentenza passata in giudicato, proprio in relazione allo smaltimento illecito, all’interno della discarica di Ugento gestita dalla Monteco s.r.l., di rifiuti contaminati da Pcb, non essendoci allo stato alcun riscontro  sulla presenza, sempre all’interno della discarica, di centinaia di fusti contenenti Pcb”.

La Procura aggiunge anche le attività criminose riguardanti i veleni tombati nella discarica di Ugento sono state già state tutte oggetto di complesse indagini che hanno portato alla condanna di imprenditori, produttori di rifiuti e di titolari di ditte di trasporto di rifiuti nel 2014, accusati tra l’altro, di danneggiamento aggravato proprio dei terreni situati ad Acquarica, Ugento e Presicce, su cui erano stati sversati rifiuti pericolosi, caratterizzati dalla presenza di Pcb (Policlorobifenile) e, pertanto, sottoposti a sequestro già nell’anno 2000.

Questi siti, compreso quello interessato dalla presenza di una enorme discarica abbandonata in località Burgesi, sono stati, dal 2001 al 2004, dapprima “messi in sicurezza” e, successivamente, bonificati dagli stessi Comuni interessati, con lavori finanziati dalla Regione Puglia con fondi comunitari.

“Lavori di bonifica -specifica la nota della Procura- oggetto di ulteriori controlli da parte dei magistrati, che hanno così potuto riscontrare la correttezza delle procedure applicate e l’infondatezza delle denunce che segnalavano la cattiva esecuzione delle stesse, escludendo con ciò ogni ipotizzato collegamento con l’omicidio dell’esponente del partito IDV Giuseppe Basile”.

La nota però sembra non coincidere con quanto scritto nella richiesta di archiviazione, firmata dallo stesso procuratore De Donno e dall’aggiunto Mignone, lo scorso 28 novembre in seguito alle rivelazioni di Gianluigi Rosafio che aveva detto di aver trasportato in almeno 30 viaggi, una ventina di fusti carichi di Pcb, smaltiti proprio all’interno del terzo lotto della discarica di Burgesi nell’arco di un paio di mesi. Ad essi infatti si riferivano i formulari sequestrati dalla Gdf di Casarano, nell’ambito del procedimento a carico di Rosafio, condannato per traffico illecito di rifiuti.

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