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Taglio del nastro per il Toro di Zilli a Nardò: “Grazia maestosa e raffinata” per gli amministratori, “spaventosa cafonata” per Siciliano (Pd)

 Il toro della discordia ha visto la luce a Nardò.

A dare il benvenuto a chi entra in città dall’ingresso principale ci pensa, da qualche ora, l’imponente opera in metallo di Isaia Zilli raffigurante un toro.

Una scultura in metallo, il Taurus lucis, dalla “grazia maestosa e raffinata” secondo gli amministratori di Nardò ma il cui giudizio non è condiviso dall’opposizione. Il sindaco Pippi Mellone ha presenziato al taglio del nastro insieme allo stesso artista e al vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Oronzo Capoti.

L’opera, come concordato con la Soprintendenza, è stata posta al centro della rotatoria in zona Santi Medici e “vuole richiamare in una chiave originale e con uno stile moderno e dinamico il toro presente nello stemma araldico della città”, come si spiega nella nota di palazzo Personé.

Zilli, scultore leccese di 35 anni, è l’autore, tra l’altro, del cavallo messapico realizzato nel 2011 per la città di Cavallino e dell’opera Les Damoiselles installata nel castello di Otranto in occasione della mostra su Picasso nel 2010.

La statua completa la nuova rotatoria finalizzata a regolare il traffico in entrata e in uscita dalla città il cui flusso era pericoloso. Completano il tutto l’impianto di essenze arboree e la videosorveglianza 24 h. L’intervento “si incastrerà perfettamente – spiega ancora il Comune – con la nuova viabilità che scaturirà dall’ultimazione dei lavori della circonvallazione. In questa prospettiva l’attuale ingresso da Copertino diventerà l’accesso principale e per questo motivo il toro è stato rivolto in quella direzione”.

Toro che non piace a tutti, perché giudicato poco elegante dal punto di vista estetico. Dai commenti sui social si evince, infatti, che una parte dell’opinione pubblica non condivide per nulla il gusto artistico dell’amministrazione e ritiene la statua poco appropriata a rappresentare degnamente la città. Lorenzo Siciliano, dai banchi dell’opposizione, ribadisce che trattasi di “spaventosa cafonata”, marchio del “rozzo e volgare modo di governare” che farebbe capo all’attuale sindaco. Nel mirino dell’esponente dem anche i costi dell’opera, “39.900 euro di tasse dei neretini, guarda caso solo 100 euro in meno rispetto al tetto massimo dei 40mila”. Nel caso, infatti, in cui si superi tale soglia, occorre procedere con la gara d’appalto, “procedura – rimarca Siciliano – che questa gente fa di tutto, in ogni occasione – per evitare”.

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