Rifacendomi ad un’esperienza messa in atto nella lontana Biennale di Venezia nel 1978 ho inteso proporre un gioco di creatività gratuita, un dono.
Il gioco e lo scambio dei doni dovrebbero causare la cancellazione di tutte le separazioni ( autore -fruitore) e la fine dell’arte come riproduzione delle merci per cui la vita e la bellezza non potranno essere distinte. Il testo utilizzato per l’occasione e affisso nel luoghi del Passante Ferroviario, ” La produzione capitalistica è avversa a certi rami di produzione spirituale quali l’arte e la poesia ” condensa in un messaggio mirato una delle affermazioni fondamentali degli scritti sull’arte di Karl Marx.
Il tentativo consiste nel mettere in discussione la corretta utilizzazione dell’arte per mano dell’artista e delle sue relazioni con il mondo della produzione assumendo nel contempo una funzione critica sul sistema dell’arte in generale. Il momento della rappresentazione diventa quindi la dimostrazione e la documentazione di una pratica artistica utilizzabile all’esterno dei luoghi deputati, degli spazi tradizionali. per recuperare una forma di comunicazione più vasta servendosi di luoghi, spazi e linguaggi differenti, in questo caso utilizzati per fini opposti a quelli per cui sono stati progettati e organizzati.
L’attenzione si sposta dal prodotto al contesto. Lo stesso lavoro non assume lo stesso significato in ogni luogo. Se infatti assume per gli addetti ai lavori, all’interno, un determinato valore culturale, resta invece del tutto estraneo, riacquista cioè la loro invisibile anonimità, per il pubblico occasionale, all’esterno. L’affissione procura una diffusione più vasta del messaggio verso l’esterno del sistema dell’arte anche se poi finisce per risultare spesso parzialmente illeggibile in quanto non sempre immediatamente comprensibile. In questo modo l’azione sempre uguale in se, muta con il mutare delle connotazioni che assume nel rapporto con il contesto in cui è calata. Si viene a determinare un fenomeno di ritorno per cui le azioni dirette ad una nuova utenza,spesso finiscono per essere comprese solo nel momento di ritorno nel luoghi deputati alla comunicazione visiva tradizionalmente intesa, i luoghi deputati della comunicazione artistica, le gallerie d’arte e i musei appunto.
Fernando De Filippi
Passaggi Alchemici
Per fare sbocciare e fiorire sulla Rosa Canina, accanto all’Acacia, la Rosa Cosmica, la Rosa Mistica, per fare fiorire la Rosa Candida e la Rosa Rossa Purpurea nel centro del Roseto del Filosofo, occorre essere Giardiniere, coltivare e cogliere la Rosa d’Oro e la Rosa dei Venti. Per inseguire, dopo il crepuscolo e l’alba, il Corvo e la Colomba, per volare allo Zenith e raggiungere il Paradiso, forse degli Immortali e bere l’Elisir, occorre essere “Phenix”, Uccello del Fuoco e del Cinabro….. “Magnificat”. Per essere l’Uccello Blu, che segue il volo dell’anima, la Via dell’Assoluto e dell’Ispirazione Creatrice, occorre essere Poeta oppure essere ” Folle”, “Folle d’Amore”, “Folle di Dio”.
Per “fabbricare l’Oro” con le pietre e costruire alla perfezione, pietra dopo pietra il “Palazzo del Re” o quello del” Figlio del Re”, occorre essere Architetto, conoscere la “Pietra Angolare”, scegliere la Pietra Cubica, Il Lapislazuli e la Pietra del Fuoco…. utilizzare la Pietra Filosofale, la Pietra di Coronamento, possedere la Chiave di Volta. Per ottenere la Polvere d’oro nel ” Crogiuolo del Cuore” occorre essere “Orafo”, conoscere ed applicare la “Divina Proporzione” della “Spirale Stellata” che trascina gli astri e il Sistema Solare, saper misurare mediante la “Sezione Aurea”. Per meditare a lungo sulla Melanconia e sulle “Entrelacs d’Amour” , sulla Scala Cromatica” ,sulla Scienza dei Numeri e della Geometria, sulle cose segrete, per tracciare con la punta del compasso la ” Totalità del Cerchio “, per ottenere la verticalità e l’equilibrio dell’Angolo Retto, per risolvere l’enigma della “Quadratura del Cerchio” occorre essere insieme Filosofo, Mago, Magister.
Nicole Gravier