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Mercoledì 6 luglio a LECCE presentazione de LA BETISSA

Mercoledì 6 luglio a LECCE presentazione de LA BETISSA

La Betissa, scritta tra Santa Cesarea e Castro, sulla co­sta salentina, appena al disotto di Otranto, tra l’agosto e l’ottobre del 1986, rappresenta per molti aspetti il lavoro poetico più maturo e compiuto di Antonio Verri.  Pubblicata per la prima volta qualche mese dopo, nell’anno successivo, è una disperata favola a tinte fosche, un allucinato viaggio nell’inconscio e nel linguaggio che rappresenta una svolta decisiva nella ricerca espressiva di Antonio Verri, ora concentrata a indagare ossessivamente le relazioni che intercorrono fra le parole e le cose, fra il mondo e il libro che tenta di ricrearlo, in uno sforzo costante di trascrizione di quella varietà cosmica e disarmonica in un’opera chiusa, conclusiva e allo stesso tempo sempre in progress, aperta, sfuggente.

Dopo le uscite di Bucherer lorologiaioromanzo postumo dello scrittore di Caprarica (Le), pubblicato per la prima volta nel 1995, a due anni dalla sua scomparsa, e de Il pane sotto la neve, esordio letterario e vera e propria raccolta-manifesto contenente uno dei messaggi più forti della scrittura di Verri, la collana Declaro di KURUMUNY diretta da Simone Giorgino e dedicata alla ripubblicazione dell’opera di uno dei protagonisti indiscussi dello scenario culturale salentino del secondo Novecento, prosegue con La Betissa. Storia composita dell’uomo dei curli e di una grassa signora.

È infatti in libreria la nuova edizione dell’opera, con prefazione di Fabio Tolledi.

“Nella Betissa il riferimento al teatro non deve fare pensare a una dimensione realistica, dove trama e personaggi alimentano un piano narrativo naturalistico. Semmai la spinta surreale e iper-reale trova linfa proprio nella moltiplicazione dei piani che muove dal meccanismo teatrale. Lì, nell’ambiguità dello spazio della rappresentazione il contrasto tra vita e finzione, tra desiderio e tremore, tra sogno e carne concreta trova la propria molteplice collocazione. Vita e illusione, erranza e différance della vita, nella vita, nella scrittura-corpo, nel corpo a corpo che la scrittura di Verri ingaggia con l’esistere”. [Fabio Tolledi]

La Betissa verrà presentata il prossimo 6 luglio a Lecce, presso Astràgali Teatro (via g. Candido, 23), con la partecipazione dell’editore Giovanni Chiriatti, del curatore della collana Declaro, Simone Giorgino, e di Fabio Tolledi. Sarà quest’ultimo a curare la presentazione, con le immagini di Lucio Conversano, letture del testo a cura dello stesso Tolledi, di Roberta Quarta e di Simonetta Rotundo.

La Betissa è stato anche un importante spettacolo teatrale prodotto da Astràgali Teatro nel 1996.

DECLARO di Kurumuny

Il Declaro, nell’idea dello stesso Verri, doveva essere un libro di prose in grado di contenere tutte le parole esistenti. Un libro infinito per sua definizione irrealizzabile, ma proprio per questo seducente. La morte dell’autore, sopraggiunta nel maggio del 1993 a causa di un incidente stradale, non consente di sapere in che modo si sarebbe evoluto questo suo progetto, però Bucherer lorologiaio costituisce a tutti gli effetti l’ultimo e importante tassello di questa sua ambiziosa idea. Motivo per cui è stato scelto per l’avvio della nuova collana.

Il pane sotto la neve è invece la raccolta con cui da subito Verri spinge verso una pratica politica della poesia. «Fate solo quel che v’incanta» scrive tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Ricordare questo monito poetico e riproporlo oggi, in un’epoca di disillusione e smarrimento di tutto ciò che è incanto, è uno dei messaggi più forti della scrittura di Verri, che nasce e si muove nell’alveo della poesia anche quando diviene prosa, cronaca. Fate solo quel che v’incanta.

La vicenda umana e letteraria di Antonio Verri è un sorprendente esempio di coincidenza fra vita e scrittura, testimoniata quotidianamente attraverso le poesie, le prose, l’impegno militante, le tante riviste e iniziative editoriali ideate e dirette nell’ultimo scorcio di Novecento. Nonostante sia ormai un autore di culto per una ristretta cerchia di lettori e un punto di riferimento imprescindibile per più di una generazione di scrittori e artisti, la sua opera, indisponibile da tempo, non ha ancora raggiunto un pubblico più vasto. La collana Declaro, interamente dedicata a Verri, intende colmare questa lacuna riproponendo l’opera di un autore refrattario a ogni tentativo di classificazione, babelico e magmatico, approfondendone le caratteristiche peculiari e accompagnando i lettori, anche i più giovani, nell’esplorazione di un patrimonio letterario ancora tutto da scoprire.

 «Nei primi anni di attività abbiamo ripubblicato diverse opere di Antonio Verri, legandoci così alla sua poesia, alla sua prosa e alla sua militanza – dice l’editore Giovanni Chiriatti. In virtù di questo profondo legame – convinti che la fruizione del pensiero e delle opere sia l’unico modo per non relegare all’oblio il grande patrimonio letterario, culturale e umano che Verri ci ha lasciato – con orgoglio abbiamo presentato Declaro e le due pubblicazioni d’avvio collana, accompagnate dagli interventi critici di Rossano Astremo, per Bucherer, e di Luciano Pagano, per Il Pane. Adesso completiamo questo ciclo con La Betissa, puntando a nuove uscite entro la fine dell’anno».

Direttore di collana: Simone Giorgino.

Comitato di redazione: Adele Errico, Annalucia Cudazzo, Alessio Paiano, Stefano Damiano Verri

Antonio L. Verri bio-bibliografia breve

ANTONIO L. VERRI (Caprarica di Lecce, 1949-1993) ha esordito nel 1983 con la raccolta di poesie Il pane sotto la neve (per Otranto, per occasioni). Fra le sue opere principali Il fabbricante di armonia Antonio Galateo (1985), La Betissa. Saga composita dell’uomo dei curli e di una grassa signora (1987), I trofei della città di Guisnes (1988), Il naviglio innocente (1990). È stato promotore di numerose riviste, fogli letterari e iniziative editoriali, fra cui «Caffè Greco», «Pensionante de’ Saraceni», «On Board», «Quotidiano de Poeti-Ballyhoo-Quotidiano di comunicazione», «Titivillus».

KURUMUNY è una casa editrice attiva dal 2004 che opera in Grecìa salentina, un’isola linguistica ellenofona situata nel cuore del Salento. KURUMUNY in grico significa “germoglio di ulivo”, omaggio alla pianta simbolo del territorio pugliese e metafora del lavoro portato avanti dalla casa editrice.

Tra i principali campi di interesse figurano il racconto dei territori attraverso le testimonianze orali dei popoli che li abitano, la documentaristica e le scienze sociali. La disponibilità del vasto archivio sonoro e di immagini di Luigi Chiriatti, ricercatore fin dagli anni Settanta, fondatore della casa editrice e oggi direttore artistico del festival La Notte della Taranta, ci ha permesso di specializzarci in ambiti quali l’etnomusicologia grazie alle monografie sui grandi cantori del Salento, o di indagare a fondo riti e miti del Sud Italia. Il racconto di un mondo altro, l’attenzione agli ultimi, la microstoria, costituiscono l’imprinting fondamentale alla base del lavoro che svolgiamo quotidianamente.

Oggi Kurumuny ha ampliato i suoi orizzonti d’interesse e pubblica romanzi e saggi oltre a testi di etnomusicologia, così da mantenere aperto il dialogo fra tradizione e modernità, fra poetica della terra salentina e suo rinascimento. Così accanto alle collane storiche ne sono nate di nuove dedicate alla narrativa, alla poesia, alla world music. Kurumuny pratica un’editoria lenta, di qualità. Ogni libro rappresenta il frutto di un processo condiviso, un’opportunità unica di crescita e conoscenza per un’umanità nuova e in movimento.

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