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Massimo Bossetti trasferito a Lecce: si teme per l’incolumità in carcere. Ma l’avvocato smentisce

Massimo Bossetti trasferito a Lecce: si teme per l’incolumità in carcere. Ma l’avvocato smentisce

È stato trasferito nel carcere di Lecce perché a rischio la sua incolumità. Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’assassinio di Yara Gambirasio non è più nel carcere di Bergamo.

A mettere in pericolo la permanenza del 46enne, l’atteggiamento degli altri detenuti, poco indulgenti nei confronti di chi commette reati contro donne e bambini,

La notizia è stata rilanciata dal Giorno.

“Ieri mattina -scrive il quotidiano milanese- di buon’ora Massimo Bossetti è stato prelevato dalla sua cella dagli agenti di polizia penitenziaria. Gli addetti alla sorveglianza lo hanno condotto con un cellulare all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Si sono mossi con molta discrezione, tentando di non dare nell’occhio e di mascherare agli altri passeggeri – perlopiù turisti in partenza per il mare – la presenza di un detenuto da anni al centro dell’attenzione dei media. Imbarcato su un volo di linea, Bossetti ha dunque raggiunto l’aeroporto del Salento di Brindisi, dove è stato preso in consegna da altri agenti. Il detenuto è poi stato trasferito in tutta fretta, e in gran segreto, in un penitenziario ritenuto particolarmente sicuro, dove potrà vivere senza temere ritorsioni. Certo, il fatto che sia molto distante dalla realtà in cui ha sempre vissuto scatenerà le reazioni sue e della famiglia. La moglie, Marita Comi, dal giorno dell’arresto è andata a trovarlo tutte le volte che ha potuto. Spesso Bossetti è stato raggiunto nel parlatoio di Bergamo anche dalla madre. D’ora in avanti, invece, tutto sarà molto più difficile”.

Il legale del muratore, Carlo Salvagni ha però smentito la ricostruzione del giornale: “Ho avuto rassicurazioni dall’Amministrazione penitenziaria che non c’è stato alcun trasferimento – ha detto Salvagni – e quella del signor Bossetti è una condizione carceraria normale”. “Se fosse stato vero – ha spiegato il legale – per lui sarebbe stato un secondo ergastolo, considerato quanto è legato alla sua famiglia: quando è stata emessa la sentenza, era addolorato, ancor più che per l’ergastolo, che considera ingiusto perché innocente, per la perdita della patria potestà dei suoi figli”. “Facilmente immaginabile – ha concluso – in quale disperazione sarebbero caduti lui e la sua famiglia che è comunque rimasta molto turbata dalla diffusione delle voci di un trasferimento”.

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