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LO ZELIG DI MILANO DEDICA UNA RASSEGNA ALL’ATTORE E COMICO SALENTINO ANTONELLO TAURINO

Lo Zelig, storico locale milanese di cabaret nato nel 1986, dedica una “personale” ai monologhi dell’attore e autore salentino Antonello TaurinoDal 21 aprile al 10 maggio (ore 21:15 – info www.areazelig.it), nella storica sede di Viale Monza, in scena “Comedian” con lo special guest Rubes Piccinelli (21 aprile), “La scuola non serve a nulla” (28 aprile) e “Sono bravo con la lingua” (5 maggio), entrambi scritti con Carlo Turati, e “Trovata una sega!” (10 maggio). Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere all’Università del Salento e diploma in chitarra al Conservatorio di musica “Tito Schipa” di Lecce, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del Maestro Jurij Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Attualmente è in tournée con vari spettacoli. La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle medie. Non prende mai gli ascensori.

La rassegna prenderà il via giovedì 21 aprile con “Comedian. Quasi uno stand-up Comedy Show…“. Continuavano a ripetergli: “Fai una comicità troppo colta, alta, intelligente” (strano, per lui il top è Bombolo), ma siccome ad Antonello Taurino conveniva tener fede alla nomea ormai radicata, nasce così, nel 2008, Comedian, un recital in stile stand-up comedy in cui al nostro, dopo averli visti per tutta l’estate del 2007 al Fringe di Edinburgo, viene l’idea di azzardare un omaggio agli stand-up comedian anglosassoni. Anzi, un rispettoso “quasi” omaggio, tanto di fare i puristi è giusto che non freghi una cippa a nessuno: e allora, oltre all’asta, al microfono e i racconti di vita di un comico, attore e docente trapiantato da Lecce a Milano… gli episodi di una fiction su Gesù mai girata, le mitiche gaffe del “Clerico Vagante”, i “Mestieri più inutili del Mondo”, le “Foto storiche del Novecento”, e, infine, la partecipazione straordinaria di una special Guest d’eccezione: Rubes Piccinelli per l’ormai celebre “Teatro senza conflitto”.

Giovedì 28 aprile secondo appuntamento con “La scuola non serve a nulla… dalla Buona scuola alla Dad“, scritto da Antonello Taurino con Carlo Turati (produzione Teatro della Cooperativa). Il professore di una scuola di frontiera viene sospeso dal servizio, anche se non si capisce bene perché. Metodi didattici troppo bizzarri? Stress eccessivo dovuto alla Dad? Può essere, ma del resto come fare per accendere quel minimo sindacale di interesse in classi multirazziali, multireligiose, multilinguistiche, multiproblematiche e soprattutto “monoimpreparate”? Non ne parliamo poi se arriva il Covid… Un viaggio tragicomico tra i paradossi della scuola di ieri e della “buona scuola” di oggi, durante il quale le follie kafkiane del sistema sono raccontate con aneddoti esilaranti e rese materia per tutti. Il prof. con le sue nevrosi incarna davvero un’emergenza sociale e nel microcosmo di alunni e colleghi emerge il disagio di una generazione iperconnessa con cui non si è imparato ancora a fare conti.

Giovedì 5 maggio in scena “Sono bravo con la lingua“, una storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer, sempre scritta dall’attore salentino con Carlo Turati (produzione Teatro della Cooperativa).  Lo sapete che i Kuuk Thaayorre non hanno parole per distinguere destra e sinistra? Che i Piraha non ne hanno per i numeri? Che i finlandesi nella loro lingua non marcano il genere ma hanno un termine per la distanza che una renna può percorrere senza fermarsi? E poi: dove ci porteranno gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, della linguistica computazionale e della sempre maggiore diffusione di chatbot e assistenti vocali? E cosa sappiamo delle ultime scoperte della neurolinguistica? Taurino tratta argomenti serissimi in modo comicissimo attraverso l’esilarante confessione di un docente di lingue antiche alle prese con la svolta lavorativa più destabilizzante della sua carriera: la possibilità di traferirsi in un’azienda hi-tech della Silicon Valley!

Infine, martedì 10 maggio, la rassegna si concluderà con “Trovata una sega!“, un racconto su Livorno, Modigliani e lo scherzo del secolo dell’estate 1984. Si racconta, infatti, che nel 1909 Modigliani, deriso per alcune sue sculture, le avesse gettate nel Fosso Reale. Questa storia, ammantata di leggenda, a Livorno la conoscevano tutti. Così quando nel 1984 il Comune, tra roventi polemiche, si mise a perlustrare i fossi con una scavatrice e ci fu il ritrovamento di tre teste scolpite, la pesca apparve miracolosa. I più importanti critici d’arte subito sancirono: “Sono dei capolavori, sono di Modigliani!” e a Livorno accorsero gli inviati delle televisioni di tutto il mondo. Ma dopo un mese venne fuori che… Il cortocircuito vero-falso e alcune morti mai chiarite. Tre studenti burloni e un pittore portuale dalla vita maledetta. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora e tantissima, memorabile, comicità involontaria: questi gli ingredienti dello scherzo.

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