martedì, Maggio 14, 2024

LA NOTTE DELLA TARANTA 25

LA NOTTE DELLA TARANTA 25

La Notte della Taranta – ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – è per me un luogo di partecipazione, incontro e conoscenza tra culture. Quando degli artisti si incontrano non è detto debba nascere per forza qualcosa di straordinario. Ma serve provarci e avere la voglia di incontrarsi: un evento come la Notte della Taranta si sottopone proprio a questo processo di riordino mentale che avviene attraverso la creatività. Per noi significa accogliere tutte queste passioni e idee creative: c’è naturalmente una macchina complessa, dietro una manifestazione così importante che è al lavoro tutto l’anno, con una fatica inenarrabile che comporta anche dei rischi. Il consiglio di amministrazione si assume la responsabilità delle scelte in piena autonomia che – mi preme dirlo – ho sempre condiviso, capendo anche le numerose difficoltà. Ci vuole coraggio e per questo ringrazio tutto il Cda. Ho verificato in questi lunghi mesi di preparazione quanto le scelte assunte siano state apprezzate prima di tutto dall’opinione pubblica, come quella del maestro concertatore cui va la nostra stima.

Non vedo l’ora di condividere e godere di questa manifestazione specialmente con le giovani generazioni. Buon lavoro a tutti – ha concluso il presidente Emiliano – e buona Notte della Taranta”.

Il presidente della Regione Puglia è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione della Notte della Taranta numero 25. La conferenza si è aperta nel ricordo di uno degli ultimi cantori della tradizione Giovanni Avantaggiato, scomparso qualche giorno fa, salutato con un commovente applauso dei presenti. Sarà un’edizione memorabile, ha evidenziato Gino Castaldo che insieme a Madame racconterà La Notte della Taranta in onda giovedì 1 settembre su RAI 1 alle 23:15. Quattro i temi cardine del 2022: ricerca, innovazione, futuro e ecologia culturale.

Ricerca.

Avviata nel novembre 2021 la ricerca sui testi e sulle sonorità tradizionali dal maestro Dardust e dall’Orchestra Popolare residente coordinata da Gianluca Longo. Un lungo lavoro di connessione tra linguaggi.  “Non ho mai lavorato così tanto ad un progetto in vita mia, è un’esperienza incredibile” ha detto il maestro concertatore Dardust che ha sottolineato “come la contaminazione sia stata la parola chiave attorno alla quale si è costruito il viaggio spaziale che parte dalla tradizione per poi sfiorare universi contemporanei e futuristici con la musica elettronica. Contaminare, senza tradire la tradizione, contaminarla, anche stravolgerla in alcuni casi, ma sempre con estremo rispetto verso un popolo e la sua tradizione. E’ un viaggio nello spazio e nel tempo quello dell’edizione numero 25  che parte dal ‘600, dal barocco, ci sono anche le sonorità di David Bowie, ma il tutto, mi auguro, viene fatto con eleganza e rispetto. Si è creato un legame incredibile con l’Orchestra, ha ribadito ancora Dardust. E’ un’esperienza che mi porterò dentro per tutta la vita”. Il maestro concertatore ha poi spiegato le motivazioni della scelta degli artisti ospiti dell’Orchestra e del Concertone, “nel segno di quella fluidità che non ha tracciati e steccati la scelta non poteva che ricadere su un cantautore come Samuele Bersani, il cui percorso artistico è un tracciato estremamente libero. Così come Elodie e Mengoni, esponenti della musica pop in cui le contaminazioni di generi  sono ben evidenti. E naturalmente in quest’ottica la scelta  è stata quasi naturale su un artista  internazionale come Stromae che ha fatto del multiculturalismo il suo punto di forza: nella sua carriera non c’è mai un tracciato prevedibile.  Come questa edizione della Notte della Taranta che non sarà per nulla prevedibile”.

Presente in conferenza stampa l’artista Samuele Bersani: “Da 30 anni faccio questo lavoro e da 20 speravo di poter partecipare alla Notte della Taranta. Per questo quando mi è stato rivolto l’invito di far parte del cast di questa edizione non potevo che esserne felicissimo. Si è subito creata empatia e poi torno in una terra con la quale ho un rapporto incredibile: la Puglia”. Samuele Bersani, poi ha scherzato sul brano che proporrà domani sera al Concertone, “porterò il brano Lu Ruciu de lu mare, che parla di un amore difficile e contorto. Non poteva essere altrimenti nel mio caso, da sempre racconto questo tipo di amore nei miei brani”

Ricerca anche per le coreografie affidate a Irma di Paola che per la prima volta introdurrà la lingua LIS in Acqua de La Funtana. “Sono felice di essere la coreografa del Concertone, ha dichiarato Irma Di Paola, qui ho ritrovato la voglia di amare il mio lavoro per la libertà che ho ricevuto di esprimermi come volevo. Sono 11 le coreografie che ho costruito su altrettanti brani della tradizione e in una ho inserito la lingua dei segni che è la mia lingua madre. Saranno dei quadri inclusivi che non conoscono barriere”.

Innovazione

Un elemento di novità questo anno sul palco del Concertone con l’innesto nella scenografia di imponenti videowall. “W il cielo, il mare, la terra” è il progetto visual di Galattico con l’antropologo del designer Mauro Bubbico, con il coordinamento di Filippo Rossi, show designer e Selene Sanua, “composto da un complesso sistema di linguaggi visivi: illustrazione, pattern, fotografia e cinema commentano e amplificano quello che avviene sul palcoscenico, guidano il pubblico alla scoperta del senso del meraviglioso, lo immergono in un’atmosfera magica, alla riscoperta di rituali e simbolismi festivi originariamente legati ai cicli produttivi ormai scomparsi assumendone nuovi significati e funzioni o amplificandone alcuni latenti e secondari. Le immagini, di diversa natura e provenienza, vengono animate, ri-combinate tra loro in armonia con gli altri materiali performativi. Le scene sono organizzate per rappresentare i momenti salienti della vicenda  raccontata, le immagini fanno da supporto alla musica e da sfondo al corpo di ballo. L’intento principale è guidare il pubblico alla riscoperta del senso di festività, invitarlo a fare un’esperienza totalizzante del reale in cui, attraverso il suono, le immagini, i colori, le parole e il corpo, si afferma la potenza creatrice della natura e si celebrano le vicende fondative del cosmo e della vita”.Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Notte della Taranta e il Polo biblio-museale di Lecce è stato possibile utilizzare un’ampia selezione delle immagini di Giuseppe Palumbo, che tra il 1907 e il 1959 ha scandagliato il Salento fotografando luoghi, riti, culture, storie, per poi destinare il suo Archivio al Museo Castromediano di Lecce. Per Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce, “questa collaborazione con la Notte della Taranta conferma che la sinergia tra le istituzioni e la progettualità che ne scaturisce non può che orientarsi verso un dialogo fecondo di tutte le arti. La contemporaneità esige un recupero consapevole del passato, in un unico flusso che unisce antico e contemporaneo”.

ORCHESTRA POPOLARE

All’Orchestra Popolare La Notte della Taranta è affidatala Direzione Artistica del Concertone 2022. L’Orchestra è composta dai cantanti e tamburellisti Consuelo Alfieri (anche organetto) Alessandra CaiuloStefania MorcianoEnza PagliaraAntonio AmatoSalvatore Cavallo Galeanda Giancarlo Paglialunga, e dai musicisti Gianluca Longo (mandola), Peppo Grassi (mandolino), Attilio Turrisi (chitarra battente), Giuseppe Astore (violino) Roberto ChigaAlessandro ChigaCarlo Canaglia De Pascali (tamburello salentino), Roberto Gemma (mantici), Nico Berardi (fiati), Leonardo Cordella (organetto), Alessandro Monteduro (percussioni), Antonio Dema De Marianis (batteria), Valerio Combass Bruno (basso), Gioele Nuzzo (tamburello e didgeridoo).

Per il Concertone del 27 agosto all’organico dell’Orchestra Popolare si uniranno una sezione fiati composta da Mattia Dalla Pozza (sax), Francesco Minutello (tromba), Federico Pierantoni (trombone) e Raul Moretto (tuba), e una sezione archi composta da Caterina Coco (violino), Elisa Cavalazzi (violino), Matteo Lipari (viola), Simone Giorgini (violino) e Simone Sitta (violoncello). Sul palco anche Vanni Casagrande (Synth e percussioni) e Marcello Piccinini (percussioni).

CORPO DI BALLO

Il Corpo di Ballo da anni diffonde la “pizzica” sui palcoscenici dei tour nazionali e internazionali con coreografie coinvolgenti sui brani eseguiti dall’Orchestra Popolare. È composto da Mihaela ColucciaCristina FrassanitoSerena PellegrinoLucia ScarabinoVeronica MeleStefano CampagnaAndrea CaracutaMarco MartanoFabrizio Nigro e Mattia Politi. Sul palco del concertone si uniranno al Corpo di ballo sei professionisti: Serena PomerVittoria MarkovGabriele RiccioAlessandro CovarelliGabriele Virgilio e Francesco Cariello, assistente della coreografa.

Melpignano si prepara ad ospitare il grande pubblico atteso per l’evento: “E’ un grande impegno per la mia comunità e per questo ringrazio i concittadini che sono sempre aperti  e disponibili ad  accogliere le migliaia di persone che raggiungeranno il piccolo comune della Grecìa Salentina. La Notte della Taranta rappresenta anche la mia comunità, pronta a confrontarsi con il mondo anche  attraverso la musica”, ha detto la sindaca Valentina Avantaggiato.

Quella di Melpignano rappresenta la tappa finale del Festival Itinerante iniziato il 4 agosto che ha coinvolto fino al 25 agosto ben 21 comuni: “abbiamo ospitato i gruppi popolari che nel corso di questi anni hanno continuato a lavorare sulla riproposta della musica tradizionale salentina, ha evidenziato il direttore artistico dell’Itinerante Luigi Chiriatti.

CONCERTONE DEDICATO A PIER PAOLO PASOLINI

La direzione creativa della Fondazione Notte della Taranta ha deciso di dedicare l’edizione 2022 a Pier Paolo Pasolini scegliendo i versi da il Canzoniere italiano Antologia della poesia popolare.

Pier Paolo Pasolini pubblica nel 1955 una monumentale antologia che raccoglie 791 testi. Un lavoro lungo e accurato che l’autore illustra perfettamente nella prefazione, che costituisce un’opera importantissima. Scriverà infatti Italo Calvino in una nota “La tua scelta è di una grande intelligenza poetica … poi c’è la prefazione … Ci sono quelle specie di ritrattini delle varie regioni attraverso i loro canti, che sono bellissimi … Lo scavar fuori la poesia dai testi più rozzi e avari è l’esercizio critico principe, e quello che insegna di più”.

Pier Paolo Pasolini nella introduzione al Canzoniere italiano scrive  “Si lamenta, per le Puglie, la mancanza di un lavoro organico centrale su cui fondare una scelta: malgrado il volonteroso apporto di un La Sorsa e di molti altri, tuttora operanti. Una visione complessiva della poesia popolare di questa regione non ci è data: si fraziona nelle sue sezioni provinciali o cittadine, ma ciononostante, salvo smentita, la si può ricostruire e in qualche modo sintetizzare senza averne una impressione di singolarità. Si trova nella zona di irradiazione dalla Sicilia, via Napoli: vi si rinvengono le tipiche vestigia della Baronessa di Carini e i consueti motivi amorosi restituiti nel ben noto schema dello strambotto. Non si tratta dunque, per un antologista, che cercare delle buone varianti, o cogliere qualche ghiotta varietà. Nel Gargano, per esempio, dove di poesia non c’è quasi nulla almeno a desumere dall’opuscoletto del Tancredi (cfr. bibl.): c’è la rusticità assoluta di una gente ai margini anche delle più basse correnti di cultura, ma che, pure, senza quelle correnti di cultura, non avrebbe canto e poesia: recentissime, certo dovute al servizio militare nel Regno d’Italia, devono esser lì le importazioni di Angiolina bell’Angiolina o di Mamma, mamma, dammi cento lire.

La poesia del luogo, goffa e puerile, senza immagini, pedestre nelle contaminazioni, e tuttavia commovente in qualche sua montanara e umilissima allegria, è tutta legata alla convenzione dell’approccio amoroso.

C’è, agli inizi di quell’approccio, per prima cosa lu zinn, l’occhiolino del tozzo contadinello, u cacckiuncidd, alla ragazza; poi, in compagnia degli altri giovanotti, li cacckiune, la messa domenicale; indi u surdelline, la sordina sotto la casa dell’innamorata, la zita, infine, se tutto va per il meglio, la serenata (purtè lu sunett), in cui si cantano prima gli strusce, gli strambotti, e poi la prima e seconda, canto a una voce e coro, e l’ariett a la stesa o la vichese, e in ultimo lu salute, il saluto. A lu consent (fidanzamento) e a lu spusaggke, la tarantella.

A Taranto, nel Barese, nel Leccese, nel Salento, a Brindisi – dalle raccoltine e contributi che si possono racimolare – l’abituale, modesta messe di «canti d’amore>> e poesia folclorica (tra cui da notarsi i canti di marinai): ma non mancheremo di sottolineare un esiguo opuscoletto per nozze, a cura di A. Mancini (cfr. bibl.) contenente sei canti d’amore e sei ninne-nanne nel dialetto greco-bizantino della Grecia in Terra d’Otranto. Non toccheremo, neanche di sfuggita, la questione dell’angolo visuale glottologico e folclorico (il lettore vedrà elencate nella bibliografia alcune interessanti operette sull’argomento): ma ci si consenta di manifestare, al riguardo, un nostro puro interesse estetico, se son cose bellissime, d’una bellezza singolare, che non ha che scarsi legami, anche di solo contenuto, con la poesia circostante: proprio come vedremo per i canti grecanici di Roghudi in Calabria. Non usciamo dall’ambito estetico, non facciamo deduzioni. (46)…

(46) Il Gigli nel suo opuscoletto (cfr. bibl.) osserva: «Ci piace rilevare anzitutto come la letteratura popolare greca di questa provincia abbia una fisionomia tutta propria, che la distingue nettamente da quella popolare italiana». Del resto il lettore prenda atto, come di un dato curioso, o almeno per curiosi, della strana coincidenza tra due canti greci di due paesi, Martano, qui nel Salento, e Bova, in Calabria, separati dall’intero meridione alloglotta e senza strade, e senza contatti di sorta tra loro per secoli: il canto di Martano (raccolto dal Gigli) dice: «C’ isela na’ mo fsiddo apu’ tturtea, / Na so’mbo ec’ es to petto sa’ gherai, / Na su pizzulisu òlo citto crea, /Su na calèfsi i hera na me piài!» (E vorrei essere pulce di queste parti, acciocché ti entrassi nel petto come un falcone, acciocché tutta quella carne ti pizzicassi, tu calassi la mano per pigliarmi). Mentre quello di Bova (raccolto dal Mandatari: cfr. bibl.): «Caspéddha, po’ ciumàse manahi? /Manabò ciumúne ciòla egò. / Na spiddho na su mbei ossu to afti, /C’ena addho na mbei pu thelo ego;/ Na su dangài addhonè tundo vizzì, / Ce t’addho, abbucàtu, to affalò: Asce sprihada na su vjéi i spihì, /Ti meddhi n’artis eci p’ummon ego.» (Ragazza, come dormi sola? Solo ci dormo anch’io. Una pulce t’entri dentro l’orecchio, e un’altra dove voglio io. Ti morda un’altra quella mammella e l’altra sotto, l’ombelico. Che di freddo ti esca l’anima, ché non venisti là dove ero io).”

Nel centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini la Fondazione Notte della Taranta ha ritenuto doveroso l’omaggio al ricercatore, poeta, scrittore, regista, antologista, attingendo al suo Canzoniere Italiano. L’Orchestra Popolare Notte della Taranta e il maestro concertatore Dardust hanno scelto, dalla sezione Puglie, tre brani: uno di Alberona in provincia di Foggia, Piangi, misera mia, che so soldato; uno del Gargano, Vurria salì ‘ncil’ a se putess; ed uno in grico di Terra d’Otranto, En tu’ pa tos astèrio a’ tton aghèra.

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