giovedì, Aprile 25, 2024
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Israele sull’Università Islamica di Lecce.

Notizia shock da Israele sull’Università Islamica di Lecce.

Secondo una notizia apparsa sul sito Ynet e ripresa dal The Times of Israel un funzionario del nascente ateneo Raffaello Villani, avrebbe chiesto su Facebook ‘soluzione finale per i sionisti’. E che i ‘veri ebrei sono le vittime del sionismo’. Sfiorato l’incidente diplomatico con Israele

Lo scorso 4 agosto Facebook, Raffaello Villani, segretario della Fondazione dell’Università Islamica di Lecce ha scritto un post nel quale chiariva la propria posizione sul sionismo e antisemitismo. I messaggi ritenuti offensivi sarebbero stati scoperti dall’Ambasciata di Israele in Italia, e sarebbero stati rimossi a seguito di un intervento del Ministero dell’Interno. A riportarlo per primo il sito di notizie Ynet che addirittura avrebbe evidenziato una parte del messaggio  del funzionario affermando che avrebbe scritto “ci deve essere una soluzione definitiva per i sionisti,” e che “i veri ebrei sono le vittime del sionismo”.  Ovviamente la notizia è rimbalzata sui principali quotidiani israeliani, tra cui il “The Times of Israel” che ha criticato Villani, che lavora nel dipartimento di pubbliche relazioni dell’università, il quale sarebbe stato anche additato di utilizzare il social per criticare il primo ministro italiano Matteo Renzi.  Secondo il rapporto, i funzionari israeliani avrebbero trasmesso i commenti di Villani al presidente di un gruppo interparlamentare Israele-Italia, che ha presentato una richiesta formale al governo italiano e al ministro degli interni. Sul sito online dell’importante media israeliano, si è subito strumentalizzata la vicenda avendo anche ricordato che la costruzione della Università islamica di Lecce lo scorso anno ha causato polemiche nel sud della città italiana e riportato solo parzialmente l’intervista a Newsweek dello scorso anno del fondatore dell’università, Giampiero Paladini, evidenziando solo una parte delle sue affermazioni ed in particolare che gli studenti del nascente ateneo sarebbero  “i soggetti che sono influenzati dalla sharia [legge islamica],” la scuola servirebbe a “colmare il divario filosofica tra l’occidentale e mondi islamici “. Un fatto eclatante ed un incidente diplomatico sfiorato, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”,  che evidenzia come sia potente l’influenza delle relazioni tra Israele e Italia che arrivano a spegnere sul nascere il pensiero di chi osa criticare le politiche sioniste, mentre si comprende che l’Università Islamica di Lecce, per la quale la nostra associazione si è sempre battuta, ha un nemico in più rappresentato proprio dalle lobby collegate al sionismo.

Arriva la precisazione di Giampiero Khaled Paladini

Funzionario dell’Università Islamica di Lecce accusato di antisemitismo e censurato su internet. Arriva la precisazione di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione, in esclusiva allo Sportello dei Diritti”.

Dopo la notizia del funzionario del segretario della fondazione dell’Università islamica d’Italia, a Lecce, puntuale arriva la precisazione di Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione, in esclusiva allo “Sportello dei Diritti”.

“Grazie a Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ho appreso solo adesso della dichiarazione di Villani su FB pubblicata da Ynet. Tale situazione sarà sottoposta a discussione prossima del Comitato Scientifico di Unislamitalia, ma fin da subito posso esprimere il mio personale pensiero: tale dichiarazione non è condivisibile assolutamente nei sui contenuti né nel linguaggio usato. Unislamitalia ha nel suo DNA la ricerca ad oltranza del dialogo per la pace con tutte le parti in causa e rifugge da ogni atteggiamento o slogan che propagandano odio razziale a tutti i livelli. Siamo impegnati insieme a cristiani ed ebrei nella messa in cantiere di iniziative che uniscano tutte le componenti religiose e laiche per la lotta alle guerre e per il contrasto al radicalismo e ad ogni forma di terrorismo sia concreto che mediatico che possano determinare conflitti e l’arretramento nei rapporti di cooperazione culturale che auspichiamo invece diventino sempre più stretti e continui tra comunità musulmana, cristiana ed ebraica”.

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