venerdì, Marzo 29, 2024
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Interconnessione con Tap e compensazioni, polemiche su Salvemini: “Elemosina”. La replica: “Procedura disciplinata dalla legge”

La richiesta di compensazioni per il metanodotto di interconnessione con Tap, sollecitata pubblicamente dal capogruppo Pd in Consiglio Comunale Antonio Rotundo e avallata dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini, ha generato un vespaio di polemiche.

Il primo cittadino è, infatti, accusato, di voler “accettare un palliativo, una specie di elemosina che compra il silenzio”. Le critiche vengono dal fronte No Tap. Nel mirino il fatto di essere stato “fulminato sulla via di Damasco, nell’imminenza della campagna elettorale regionale, e di essersi ricordato improvvisamente che il suo territorio è stato sventrato, violentato, depredato”.

“Ma – tuonano gli attivisti – non si ribella a questo, no. Così facendo andrebbe ad urtare la sensibilità di chi quel gasdotto lo ha voluto, dei suoi compagni di avventura politica che da sempre sono al suo fianco. E allora si chiedono compensazioni alla luce di una delibera del 2017 che non ha avuto seguito per oltre due anni”.

Il sindaco Salvemini, rispondendo anche ai sindaci no Tap che lo hanno invitato, piuttosto, a richiedere per il Comune di Lecce la costituzione di parte civile nel procedimento penale contro i vertici Tap, che entrerà in fase di dibattimento il prossimo 8 maggio, chiarisce: “Le compensazioni ambientali non rappresentano una estemporanea elemosina, ma l’esito di una procedura disciplinata dalla legge italiana nei casi in cui la realizzazione di opere ritenute dal Governo di importanza strategica nazionale comportino impatti rilevanti per le comunità locali”.

Inoltre, spiega, “il Comune di Lecce è pienamente titolato a costituirsi parte civile nel processo, al di là della richiesta di compensazioni ambientali. E può farlo proprio grazie alla delibera approvata in Consiglio Comunale nel 2017, nella quale, manifestando parere sfavorevole alla realizzazione dell’opera, richiamava la necessità di valutare gli impatti cumulativi di Tap-Snam, considerate invece opere differenti tra loro”. “Costituendosi parte civile – prosegue Salvemini – il Comune di Lecce intraprenderebbe un percorso identico a quello della Regione Puglia, anch’essa impegnata a chiedere un risarcimento danni nel processo (in quanto parte civile), e anch’essa impegnata, a seguito della delibera di Giunta regionale 233/2017, nella richiesta di specifiche misure di ristoro ambientale”.

Il sindaco di Lecce richiama poi alla memoria il fatto che il tema delle compensazioni non sia nuovo e che già nel 2017 vi fu un tavolo in Provincia, alla presenza di 40 sindaci e dell’allora prefetto Palomba. “Tutto questo – conclude – a beneficio di un dibattito che mi piacerebbe ci si impegnasse a depurare da inesattezze, furori ideologici e scomuniche”.

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