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Inaugurato l’Acquedotto del Sinni, sarà a servizio della dorsale ionico salentina

Inaugurato l’Acquedotto del Sinni, sarà a servizio della dorsale ionico salentina

È stato inaugurato oggi l’Acquedotto del Sinni, dorsale ionico-salentina dell’Acq, destinato all’approvvigionamento idrico delle popolazioni nel sud della Puglia, alla presenza del governatore, Michele Emiliano, e del presidente della società idrica, Nicola De Sanctis.

La condotta, pianificata dalla Regione Puglia, per un costo complessivo di circa 40 milioni di euro, rientra tra le opere di carattere strategico ammesse ai finanziamenti Cipe, finalizzate al potenziamento delle dotazioni idriche regionali: consentirà di trasferire risorsa idrica sufficiente all’esigenze potabili della fascia ionico-salentina, affiancandosi allo storico sifone leccese.

Il nuovo acquedotto, con diametro di 1.400 mm e una lunghezza di 37,5 km, dimensionato per una portata di punta che può raggiungere i 1.400 l/sec, è in acciaio spessorato, idoneo a resistere a pressioni elevate e collega il serbatoio di San Paolo (agro di Salice Salentino) al quello di Seclì. È dotato di tutti gli organi di regolazione automatici di ultima generazione, con trasferimento di dati in remoto e telecontrollo diretto e a distanza.

Già a partire dal maggio 2015, era stato completato un primo stralcio funzionale dell’opera, che consentiva l’avvio all’esercizio di ben 12 km della condotta, potenziando l’alimentazione dei comuni di Veglie, Leverano, Copertino e delle marine di Nardò e Porto Cesareo.

Nelle ultime settimane, sono stati realizzati gli ulteriori 25 km di acquedotto, dal serbatoio di Zanzara al serbatoio di Seclì, attraversando i comuni di Leverano, Nardò e Galatone.

L’opera è stata completata con ulteriori parti funzionali: la camera di manovra di Zanzara, nuove opere di derivazione trasversali, il collegamento terminale, realizzato in corrispondenza del nodo interconnesso di Seclì, attraversamenti di strade comunali, provinciali e statali, anche grazie all’utilizzo di raffinate tecnologie a basso impatto ambientale quali il microtunneling, camere di manovra e regolazione (scarichi, sfiati ed ispezioni).

Una grande opera di ingegneria idraulica e, insieme, un esempio virtuoso di progettazione al servizio dell’ambiente e del paesaggio, come testimonia la salvaguardia di circa 2500 ulivi, lungo il tracciato dell’opera, e il loro riposizionamento, a lavori ultimati, dopo un periodo di “incubazione” in vivaio.

Nell’ambito dell’intervento è stato, inoltre, realizzato un basamento per pista ciclabile, della larghezza di 4m, per tutta la lunghezza del tracciato della condotta, con finitura in battuto stabilizzato tipo Macadam di opportuna granulometria e, nel contempo, è stato redatto apposito progetto di completamento della stessa, già sottoposto al vaglio della Regione, che consentirà di migliorare ulteriormente l’impatto dell’infrastruttura nello splendido scenario della penisola salentina. Altro elemento peculiare dell’acquedotto, infine, è costituito dall’installazione di una turbina, del tipo pelton, in corrispondenza della camera di manovra di Zanzara, per la trasformazione di energia idraulica in energia elettrica.

“L’Acquedotto del Sinni – ha dichiarato De Sanctis – testimonia l’impegno e le capacità progettuali della nostra azienda per un servizio sempre più rispondente alle necessità del territorio ed alle sue aspettative, anche in termini di crescita economica e sociale”.

“L’opera è stata realizzata perché il Salento – ha chiarito Emiliano – richiede più acqua soprattutto nella stagione estiva, anche grazie ai suoi successi turistici”.

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