venerdì, Aprile 19, 2024
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Fiducia su Rosatellum

Caos in Aula e in piazza

Il governo decide la fiducia sul Rosatellum 2.0  sotto i colpi dei franchi tiratori, molti nelle file della maggioranza. Una decisione che scatena in aula e in piazza M5S e Mdp che gridano all'”atto eversivo” mentre Fi e Lega non voteranno le 3 fiducie sugli articoli ma diranno sì al voto finale sulla legge, che sarà segreto.

In un clima già infuocato, con urla in Aula e M5S e Mdp che annunciano una mobilitazione permanente nelle piazze.

Poi la legge passerà al Senato dove non dovrebbe avere problemi, visto che non sono ammessi voti segreti. Dopo aver valutato tutte le strade, il Pd ha capito che l’unico modo sicuro per far approvare la riforma elettorale era chiedere la questione di fiducia al governo sulla legge del voto per un terzo maggioritaria e per due terzi proporzionale.

Dopo una serie di valutazioni e di contatti con Palazzo Chigi e con il Quirinale, il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, al termine dell’ultima riunione di maggioranza, comunica al premier Paolo Gentiloni che “è opportuna la fiducia per salvare l’equilibrio” del testo raggiunto tra maggioranza e opposizione.

Il Parlamento viene composto dai rappresentanti del popolo. Con questa legge sarà composto da rappresentanti dei partiti”, dice oggi Alessandro Di Battista (M5s), su Radio Capital. “Mattarella ci pensi cento volte prima di firmare questa legge”, dice ancora Di Battista.

Si infuria Roberto Speranza per una decisione che ha l’effetto di compattare la sinistra del Pd, dagli ex dem a SI fino a Campo Progressista di Giuliano Pisapia e Possibile di Civati, oggi pomeriggio tutti in piazza al Pantheon. “Siamo in piena emergenza democratica”, si indigna il candidato premier M5S Luigi Di Maio.

“In piazza  Di Battista ha incitato, uscendo in piazza Montecitorio, ma sbaglia sit in, arriva tra i sostenitori dell’ex generale Pappalardo e viene fischiato.

La bagarre scoppia subito in Aula quando il ministro Anna Finocchiaro annuncia l’intenzione del governo. Urla di ‘Venduta, venduta’ all’indirizzo della presidente della Camera Laura Boldrini, lancio di rose verso i banchi del governo, seduta sospesa.

Ma al di là dello scontro con i partiti contrari alla legge, la decisione della fiducia e anche alcuni punti del Rosatellum creano malumori e prese di distanza all’interno del Pd. Annuncia che non voterà la fiducia il deputato lettiano Marco Meloni e dubbi arrivano anche dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che chiede di cancellare dalla legge elettorale l’indicazione del capo politico al momento della presentazione delle liste dei partiti. Ma, secondo i più, il voto finale segreto difficilmente riserverà sorprese.

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