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Case popolari e “caso Martini”, il Pd annuncia in conferenza di aver attivato la Commissione Antimafia

Case popolari e “caso Martini”, il Pd annuncia in conferenza di aver attivato la Commissione Antimafia

Il Partito Democratico invierà nei prossimi giorni un “dossier sui rapporti tra mafia e politica nella Città di Lecce” al Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Rosi Bindi.

“Si ritiene opportuno e doveroso chiedere alla Commissione Parlamentare Antimafia di verificare eventuali connessioni o contiguità della criminalità con esponenti istituzionali di primo piano, tutt’ora al governo”. In una conferenza stampa, tenutasi nella Federazione leccese in mattinata, i vertici del partito guidato in provincia da Salvatore Piconese tornano a chiedere chiarezza sui rapporti tra esponenti della criminalità e politica leccese, ma anche su presunti voti venduti in cambio di alloggi. Sospetti e ombre su quelle comunali del 2012 che sembrano non diradarsi. Il Pd cita le intercettazioni che il Corrieresalentino.it ha pubblicato integralmente per primo e che svelano i rapporti stretti tra Blago, personaggio con un passato burrascoso che la polizia ritiene legato alla criminalità organizzata, e l’assessore Martini. Nelle intercettazioni emerge con chiarezza una richiesta di chi trova i voti in cambio del buon risultato.

“L’operazione Eclisse con 91 indagati svela alla città i legami tra alcuni uomini politici e clan criminali, per i guadagni legati all’affissione dei manifesti – si legge nel comunicato del Pd – E se l’Assessore, attualmente in carica presso la Giunta Perrone, il cui nome è emerso durante le intercettazioni, si difende dicendo che i vari rapporti intrattenuti in quel periodo erano dovuti ad una semplice relazione professionale (ossia tra medico e propri pazienti), l’indagato Mario Blago ai magistrati dichiara, invece, che il sostegno da lui promosso durante le elezioni ci sarebbe stato solo per avere maggiore attenzione nelle periferie”.

Ma non c’è solo questo: ci sono le ombre sugli alloggi popolari, si sospettano dei favoritismi in cambio di voti. “Il centrosinistra aveva denunciato con forza, già nel corso della campagna elettorale delle elezioni amministrative del 2012, che si “promettevano” gli alloggi popolari in cambio di voti. Ora ci si chiede, dopo che qualche pagina dell’inchiesta è venuta fuori, che altro ci sia sull’assegnazione degli alloggi popolari! E’ importante evidenziare che il Corriere della Sera, prima pagina del 21.09.2015, ovvero solo qualche settimana fa, citava tra gli scandali italiani ed i danni alle casse dell’erario che ne conseguono anche quello di Lecce inerente gli alloggi popolari. E’ certo che a Lecce per troppi anni centinaia e centinaia di alloggi comunali (il Comune ne dispone di circa 600) sono stati assegnati senza bando e senza lo straccio di una graduatoria. E’ altrettanto vero che la gestione dell’Ufficio Casa sia stata affidata per anni a dipendenti della Lupiae, società partecipata del Comune, e che sono stati arrecati notevoli danni alle casse dell’Ente per la disinvolta gestione sia del pagamento del canone sia delle utenze”. Lo conferma lo sfrattato che chiede al Presidente Mattarella una casa: << mi era stata promessa… ma poi scattata l’inchiesta nel giugno 2015… non ho più avuto risposte… >>.

“Siamo intenzionati ad aprire un dibattito in città con tutte le forze politiche sulla questione morale”- ha spiegato il segretario Piconese in conferenza.

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