martedì, Maggio 14, 2024
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Accorpamento sale operatorie, i sindacati intervengono

L’accorpamento delle sale operatorie al «Fazzi» preoccupa i sindacati: aumenterebbe il rischio di infezioni

La disposizione del direttore generale della Asl del 3 luglio scorso, di accorpare i due blocchi operatori per “aumentare le ore di sala e ottimizzare le risorse” non trova d’accordo i circa 50 infermieri che lavorano a fianco dei chirurghi del “Vito Fazzi”. Questa mattina i loro rappresentanti sindacali hanno indetto una riunione sul tema.

«Il modello organizzativo proposto non risponde ai requisiti minimi di sicurezza», spiega Antonio Tarantino della Uil funzione pubblica, «Stando a quanto paventano infermieri e medici, alcuni protocolli parlano di ventilazione forzata in sala operatoria fra un intervento e l’altro. Ma se si trasformano i blocchi operatori in una sorta di “catena di montaggio” dell’attività chirurgica, non ci sarà il tempo di sterilizzare le sale e quindi potrebbero aumentare i rischi di infezioni».

A testimoniare il rischio di sepsi in queste condizioni c’è anche l’esperienza di Antonio, infermiere del 2° blocco da 35 anni. «Non esiste più la sterilità e le infezioni aumentano – sostiene l’infermiere strumentista – Ci deve essere una decantazione sufficiente fra un intervento e l’altro, altrimenti si infetta tutto».

I sindacalisti inoltre non accettano che la decisione di accorpare i blocchi operatori sia stata presa senza consultare le loro organizzazioni. «Noi avevamo già fatto un confronto sulle ferie – lamenta Francesco Perrone, del sindacato Fsi – e l’argomento “Gruppi operatori” non era emerso. Anzi, ci era stato detto che tutto andava bene e che erano state programmate le ferie di tutti. Oggi – sostiene Perrone – i lavoratori non sanno a chi fare riferimento. Non è vero che nei mesi estivi l’attività delle sale operatorie diminuisce. Noi siamo disponibili a una concertazione per lavorare meglio e non sotto pressione».

Per Vincenzo Gentile della Fials «non è vero che ci sarà un aumento del numero di ore nelle sale operatorie. Inoltre – aggiunge – non esiste una carenza di personale infermieristico, per cui non si vede la necessità di ridurre. Ho constatato che nel resto d’Italia d’estate aumenta l’attività delle sale operatorie, specialmente dove c’è molta gente che arriva da fuori».

Ma il problema di fondo, per l’avvocato Tarantino, rimane quel “messaggio negativo” che il direttore Giovanni Gorgoni avrebbe veicolato: “trattandosi di periodo feriale – sintetizza Tarantino – riduciamo l’attività delle sale operatorie”. «Noi questo non lo possiamo accettare perché non sta scritto da nessuna parte. Anzi, – aggiunge – se quel diagramma che il direttore ha inviato ha un senso, si può paragonare, guarda caso, ai modelli che prospetta Marchionne per la Fiat, e la cosa ci preoccupa».

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