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Xylella

Stefàno (Pd), “La montagna ha partorito il topolino, morto”

“LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO, MORTO! Dopo quasi nove mesi di gestazione, dopo la passerella del Ministro Centinaio negli oliveti infetti da #Xylella nel Salento, vede la luce il Decreto-Legge recante “disposizioni in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale”. Una lettura veloce del titolo del decreto potrebbe far ritenere gli olivicoltori salentini soddisfatti perché finalmente dotati di uno strumento utile a contrastare la Xylella. Purtroppo, però, quella che per Centinaio è una foto trionfo, in realtà è la prova regina che anche i leghisti sono “negazionisti a modo loro”. Era stato portato in Consiglio dei Ministri infatti un provvedimento di natura ORDINARIA che, di fatto, a partire dall’approccio, sconfessa quell’URGENZA e quella NECESSITA’ che da tempo vengono invocate! E, come se non bastasse, anche nel merito il testo viaggia in direzione contraria. In esso non vi è alcuna distinzione di merito tra la zona infetta e le zone cuscinetto e di contenimento; vi è una dotazione finanziaria di 5 milioni per il 2019 per GLI INTERESSI DEI MUTUI bancari contratti dalle imprese olivicole, e poi, soprattutto, non vi è un minimo cenno su come snellire la burocrazia di autorizzazione all’espianto, né una riduzione dei costi per l’ottenimento della stessa. È un buco nell’acqua. Il Ministro, con questo decreto, lascerà invariato l’iter burocratico sui reimpianti, con una perdita di altri nove mesi preziosi. Infatti, oggi come ieri, un olivicoltore che, a spese proprie, intende espiantare un oliveto infetto e reimpiantarlo con varietà resistenti deve:

1) presentare una domanda di autorizzazione all’espianto ai sensi della normativa in oggetto, legge n° 144 del 14/02/1951 e successive modifiche, corredata da relazione agronomica (costi per l’istruttoria e per il tecnico abilitato);

2) attendere i funzionari dell’Ispettorato Fitosanitario (peraltro con un organico sottodimensionato) per il sopralluogo in campagna e relativo prelievo dei campioni per le analisi di laboratorio per accertare la presenza della malattia (ovviamente i costi delle analisi sono a carico del proprietario);

3) se i terreni ricadono in zone a vincolo ministeriale dovrà presentare al Comune di competenza Istanza di Autorizzazione Paesaggistica Semplificata (ulteriori costi per la pratica e versamenti al comune).

Solo dopo questa trafila burocratica, e qualche migliaia di euro spesi, un olivicoltore riuscirà ad ottenere autorizzazione all’espianto. Il tutto in un periodo storico segnato dalla mancata produzione che ormai persevera da diversi anni e che continuerà per i primi anni di allevamento dei nuovi impianti. Se il Ministro in nove mesi non ha compreso la vessazione degli olivicoltori salentini, probabilmente non ha compreso bene la gravità della sciagura. Per intenderci, è peggio della crisi del settore lattiero-caseario: gli allevatori rivendicano giustamente un prezzo adeguato, ma non hanno perso la capacità produttiva; è peggio delle gelate: il mancato reddito di un anno per un agricoltore è un danno tremendo (che peraltro il decreto non ripaga), ma almeno, in questo caso, l’anno successivo si tornerà a produrre. Gli olivicoltori salentini hanno perso tutto: capitale fondiario, produzione, paesaggio, turismo rurale ad esso connesso. Con uno scenario simile il decreto è insignificante e non aiuta per niente gli olivicoltori salentini. Ministro, questo decreto é solo propaganda, si metta a lavorare sul serio!” Lo scrive in un post sulla sua pagina facebook il vicepresidente dem a Palazzo Madama, senatore Dario Stefàno.

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