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RASSEGNA MAGGIO D’AUTORE

BENEVENUTI A CIPIERNOLA

Venerdì 20 maggio, alle ore 18.30, all’ex Conservatorio Sant’Anna di Lecce, terzo  appuntamento con la mini-rassegna letteraria con la presentazione del  libro di Giuse Alemanno

Terzo appuntamento con l’iniziativa Maggio d’autore promossa da Edizioni Città Futura.

La mini-rassegna letteraria intende portare alla ribalta gli autori-scrittori salentini che si sono distinti per originalità della proposta e per il successo editoriale.

Dopo il romanzo “Nero su Bianco” di Giuseppe Mazzotta  e il libro di Edoardo Micati “La profezia di Ibn Al Farrà”, venerdì 20 maggio, alle ore 18.30, all’ex Conservatorio Sant’Anna di Lecce, verrà presentato “Benvenuti a Cipìernola” (il cui titolo completo è in realtà “Benvenuti a Cipìernola, ovvero, Don Fefè e Ciccillo coinvolti nell’intricata vicenda che riguardò la gatta immobile Brici, la lotta di classe, la Sacra Reliquia di Sant’Antonio Abate e la cacciata del satanasso Gasparotto”) di Giuse Alemanno.

Tutte le opere, pur così diverse tra loro, si contraddistinguono per avere un denominatore comune: il territorio salentino, Con la sua storia, tradizioni, folklore, religiosità, usi, costumi, colori e suoni.

Sinossi – “Sono trascorsi cinque anni dal debutto del personaggio di Felice Rizzo Torregiani Cìmboli, da tutti chiamato Don Fefè, e della sua Cipìernola sulla scena letteraria. Ed eccolo tornato e con lui vicende sempre giocate sulla linea del paradosso e dell’humor, soprattutto linguistico. Giuse Alemanno ha tempra di affabulatore, sa -e sempre di più in questi anni in cui è maturo il suo mestiere delle parole- accompagnare il lettore, sollecitarlo e solleticarlo nel suo desiderio di “scoperta”.

Le parole, quelle del dialetto addolcite nella loro musicalità, la chiave di una seduzione che accompagna gli occhi nella pagina. Tempra antica, capace di incatenare alla storia anche i più restii.

Come d’uso, per sua volontà le storie narrate sono ritmicamente riassunte nella partitura del titolo: “Benvenuti a Cipìernola, ovvero: Don Fefè e Ciccillo coinvolti nell’intricata vicenda che riguardò la gatta immobile Brici, la lotta di classe, la Sacra Reliquia di Sant’Antonio Abate e la cacciata del Satanasso Gasparotto”.

Qui la Storia fa capolino, anzi irrompe a gamba tesa e del Novecento, di quello nostro soprattutto, leggeremo le pagine più belle ed eroiche. C’è un esergo che apre, sono le parole di Giuseppe Calasso, figura mitica delle battaglie per i diritti dei lavoratori e delle comunità meridionali. Un uomo votato anche dalle pie donne. Perché giusto. Di questi avremmo bisogno adesso e non di tipi alla Ciccillo, l’altro protagonista della narrazione di Alemanno che guarda la vita dal “punto di vista della malota e mai della rondine”; lui “aveva vissuto tutto dal basso, dallo sprofonderio in cui il servizio da Don Fefè l’aveva condannato e mai mai mai aveva rivolto uno sguardo verso il cielo”. Ecco, noi a quello, al cielo, dovremmo sempre guardare”.

La rassegna si chiuderà venerdì 27 maggio con “Fiori Salentini” di Rossana Toraldo.

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