venerdì, Marzo 29, 2024
HomeNotizie dal MondoVertenza Porsche, malore per gli operai in sciopero della fame

Vertenza Porsche, malore per gli operai in sciopero della fame

Vertenza Porsche, malore per gli operai in sciopero della fame

Un ennesimo tentativo di accendere un faro sulla lunga vertenza, perché la politica si interessi finalmente della sorte dei 15 operai tagliati fuori dal processo produttivo di Porsche e delle sorti di un territorio diventato terra di conquista per le multinazionali. Manifestazione all’alba ieri mattina per gli operai della pista di Nardò. Con striscioni e volantini, operai e cittadini si sono dati appuntamento alle 5.30, ora di inizio delle attività della pista di collaudo, per creare disturbo all’apertura dei cancelli. Dopo diversi tentativi, due tavoli tecnici disertati dall’azienda, diversi incontri in Regione, e un presidio permanente che va avanti dal 29 marzo, ancora nulla difatti si muove. La multinazionale, che pure nel 2012 ha fruito di un finanziamento regionale di ben 10milioni di euro a patto di stabilizzare 25 lavoratori, sembra indifferente al grido dei 15 lavoratori, tagliati fuori “arbitrariamente” – come spiegato dai Cobas – dal piano di stabilizzazione.
Ieri mattina nuovo step nella vertenza. I lavoratori sono tornati ad alzare la voce, sostenuti anche dal collettivo Terra Rossa, fin dall’alba, poi da Cobas e M5S.
“Siamo qui in presidio da 41 giorni perché abbiamo deciso di chiedere senza paura e con molto orgoglio i nostri diritti sacrosanti” spiega Salvatore Stasi dei Cobas. “Per troppi anni abbiamo dovuto accettare di lavorare a tutte le condizioni impostaci, solo con la legittima speranza di essere stabilizzati; condizioni indicibili, conosciute e colpevolmente ignorate da troppi, degne del peggior caporalato del sud. Abbiamo provato in tutti i modi a farci rispettare, lavorando con serietà responsabilità e professionalità, quest’ultima riconosciuta solo dalle case automobilistiche per cui abbiamo effettuato i test e che continuano a chiedere le nostre prestazioni, al contrario del management della pista. I proprietari hanno sfruttato i nostri migliori anni e le nostre migliori energie che hanno consentito loro, nonostante quelle infami condizioni economiche e di sicurezza di rimanere un punto di riferimento per l’automotive a livello mondiale, anche nei peggiori periodi di crisi. Il ‘ringraziamento’ è stato sbatterci fuori e discriminarci: come mai? La risposta è molto semplice, i proprietari hanno un metro di valutazione per le assunzioni, non basato sulla professionalità e sull’esperienza, già riconosciuteci, bensì a mantenere un sistema clientelare con palese complicità di parte della politica, del sindacato e di alcune istituzioni. E’ con questi criteri che quel luogo di lavoro, diverrà un buco nero come nelle peggiori tradizioni del meridione”.

Intanto continua lo sciopero della fame dei due lavoratori. Ieri mattina, durante i momenti concitati dello sciopero, è stato necessario l’intervento di un’ambulanza giunta per soccorrerli. “Chiediamo la nostra immediata stabilizzazione, un nostro diritto sia da un punto di vista etico sia per la nostra comprovata professionalità. Togliendoci questo lavoro ci avete tolto la dignità di uomini ed il sogno di una vita”.

Ieri pomeriggio, alle 16.30, la vertenza si sposterà a Lecce. I lavoratori hanno difatti convocato un sit in davanti alla Prefettura. La richiesta è di un immediato incontro con il Prefetto Claudio Palomba, cui parteciperanno i lavoratori, Salvatore Stasi dei Cobas e Antonio Trevisi, Movimento 5 Stelle.

“La lotta continuerà con altre iniziative” conclude Salvatore Stasi, “non permetteremo a nessuno di toglierci la dignità di lavoratori e cittadini e di devastare la vita nostra e delle nostre famiglie”.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Post Popolari

Commenti recenti

Verified by MonsterInsights