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venerdì, Giugno 7, 2024
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Solidarietà e paura a Radioterapia del Fazzi

Trionfa la solidarietà. Dopo il furto del televisore alla Radioterapia del Fazzi, già raccolta la somma per donarne uno nuovo.

L’idea è venuta al gruppo salentino su facebook, «vendo-compro-baratto». Un paio di clic e la rete si è mobilitata per mettere insieme la somma. Il televisore, da 50 pollici, sarà installato a cura dei volontari del gruppo, che provvederanno anche alla sistemazione in una bacheca di acciaio e al bloccaggio al muro con un lucchetto.

«Quando ho letto il servizio sull’infame gesto – riferisce uno dei promotori che non vuole apparire un eroe e intende rimanere anonimo – mi sono sentito ribollire il sangue. Non si può speculare sulla pelle di chi soffre».

Gli organizzatori hanno già fatto domanda alla direzione del «Fazzi» che deve approvare la donazione e inventariare il televisore.

Intanto cresce la preoccupazione degli operatori sanitari per i continui episodi di furti che si verificano nel seminterrato del Polo Oncologico. Tempo fa sono stati saccheggiati gli armadi dei distributori di bevande, tanto che il gestore li ha dovuti togliere. Poi è toccato alle attrezzature dell’officina, pinze, trapani e strumenti per la manutenzione, che oggi non esistono più. La direzione dell’ospedale non ha provveduto alla loro sostituzione.

Adesso è la paura che serpeggia tra il personale. Nei giorni scorsi, subito dopo la sottrazione del televisore, i tecnici di radiologia assegnati al reparto di Radioterapia hanno firmato, compatti, una lettera nella quale chiedono al direttore generale Giovanni Gorgoni l’interruzione della reperibilità per l’irradiazione delle sacche di sangue nei giorni di chiusura del reparto, sabato, domenica e giorni festivi.

Si è giunti a tanto perché i tecnici, in particolare le donne, hanno paura di rimanere da soli all’interno del reparto, ad irradiare gli emocomponenti che occorrono per le trasfusioni.

Prima del cambio di gestione del servizio di vigilanza, un paio di anni fa, era il custode armato che accompagnava i tecnici nel bunker, a quell’ora solitario, e tornava a riprenderli a fine lavoro.

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