lunedì, Maggio 13, 2024
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PERRONE SU ACCELERATORE LINEARE

Lettera del Sindaco Paolo Perrone su accelleratore lineare a Nichi Vendola, Donato Pentassuglia, Giovanni Gorgoni. 

Quale Sindaco e massima autorità sanitaria sul territorio leccese, torno a sottoporre alla Vostra attenzione il delicato problema relativo alla situazione in cui sono costretti a fare i conti, purtroppo, centinaia di cittadini salentini ammalati di tumore, costretti a sobbarcarsi viaggi costosi per ricorrere ad adeguate ed efficaci cure mediche.

Più volte avevo chiesto di individuare una tempestiva soluzione a tale problema attraverso l’acquisto di una speciale apparecchiatura ad alta tecnologia da destinare al Polo Oncologico dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce. Grazie anche alle sollecitazioni giunte nella stessa direzione da parte di numerose Amministrazioni comunali la Asl di Lecce – con delibera n. 1555 del 22/09/2014 e n. 183 del 19/02/2015 e previa autorizzazione della Regione Puglia – aveva deciso di acquistare tale strumento capace di combattere il cancro con risultati eccezionali grazie alle notevoli caratteristiche tecnologiche di cui è dotato.

A tutt’oggi, però, l’iter burocratico che accompagna questa vicenda appare ancora lento e farraginoso. Nonostante nei mesi scorsi la Asl Lecce abbia proceduto all’indizione di un bando pubblico ed all’affidamento della fornitura al momento non si ha alcuna notizia circa l’effettiva acquisizione dell’acceleratore lineare e, conseguentemente, l’inizio dei lavori per la necessaria installazione dello stesso all’interno dell’Unità operativa di Radioterapia del “Vito Fazzi”.

Per queste ragioni, Vi chiedo di portare a conoscenza questa Amministrazione sullo stato della procedura affinché venga rispettata la data prevista per la cantierizzazione dei lavori.

Vi invito, dunque, a fornire ampie e concrete rassicurazioni sul fatto che l’acceleratore lineare possa diventare finalmente una realtà, per il bene della comunità e dei malati di cancro che guardano a questa apparecchiatura altamente tecnologica come alla loro unica speranza di vita.

Cordiali saluti.

Paolo Perrone

 

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