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I Quaderni del Bardo alla Ubik di Maglie

I Quaderni del Bardo alla Ubik di Maglie

Proseguono le presentazioni delle nuove pubblicazioni della casa editrice “I Quaderni del Bardo” di Stefano Donno. Venerdì 19 e sabato 20 agosto (ore 20, ingresso libero) doppio appuntamento alla Libreria Ubik di Maglie – in provincia di Lecce – con le presentazioni dei libri diAlessandra Peluso e Eliana Forcignanò nell’ambito della rassegna Li Santi Lumi – Il Salento in Parole, che ospita incontri e reading con autori provenienti da tutto il Salento.

Venerdì 19 agosto spazio al libro di Alessandra Peluso “Sul Boxer del nonno verso la Poesia” (iQdB/Salento d’esportazione), all’incontro interverranno l’autrice, l’editore e il poesta Luigi Mele. Il libro è una sorta di “vademecum” per “passeggiare tra versi e pensieri”. Non conosce stagioni la poesia, né tempo, comincia nel punto in cui le parole che di solito pronunciamo si rivelano banali o comunque inadeguate, quando non riescono ad esprimere il nostro rapporto con gli esseri e le cose, con le esperienze che attraversano la vita, con le esistenze con cui ci confrontiamo, di cui abbiamo bisogno di stringere il senso, di comprendere la trama, di svelare l’intreccio. In questo volume ci sono gli incontri di Alessandra Peluso con Antonio Errico, Carlo Stasi, Eliana Forcignanò, Elio Coriano, Enrico Romano, Francesco Aprile, Francesco Pasca, Gianluca Conte, Giuseppe Greco, Lara Carrozzo, Marco Vetrugno, Marcello Buttazzo, Maria Pia Romano, Maurizio Leo, Anastasia Leo, Mauro Ragosta, Pierluigi Mele, Stefano Donno, Vito Adamo, Vito Antonio Conte, Walter Vergallo e Lorenzo Martina. “L’Entusiasmo e la Passione sono le prerogative necessarie affinché ogni idea, o sogno si possa realizzare, e così è stato con «Sul Boxer del nonno verso la Poesia»: amo la poesia, questa terra, e desidero offrire innanzitutto una cartina tornasole a chiunque voglia avvicinarsi al testo. Vorrei che i poeti di oggi siano ricordati e soprattutto, si conoscano le loro origini; vorrei…, non solo, il desiderio anche di rendere chiara l’atmosfera che si respira nel Salento, e  poi, un sogno verriano, creare rete tra di noi salentini ed esportare la nostra poesia al nord, senza presunzioni o pregiudizi di genere, solo per quell’unico grande amore che unisce ed è la Poesia.” (Alessandra Peluso)

Sabato 20 agosto l’appuntamento è con la presentazione del libro di Eliana Forcignanò “E libera non nacqui” (iQdB/Salento d’esportazione) a cui interverrà oltre all’autrice anche la filosofa Graziella Lupo Pendinelli. La poesia di Eliana Forcignanò è attraversata da un concerto di voci differenti che s’intersecano in un equilibrio armonico, si puntellano a vicenda in un controcanto che dà al lettore un senso di vertiginosa precarietà, rispecchiando, in questo modo, l’esibito disagio interiore dell’autrice. Al ‘referto’ di una lucida e spesso cinica autoanalisi si sovrappone la naturale inclinazione per una postura iniziatica, coltivata attraverso la lunga confidenza con la scrittura di Claudia Ruggeri, cui è dedicata la poesia che apre la raccolta. A un ritmo ‘jazzato’ fa da contrappunto una predominante intonazione elegiaca, col conseguente recupero di arcaismi e di un armamentario retorico ora intenzionalmente desueto e classicheggiante, ora baroccamente sovraccarico di sillogismi e di allitterazioni. “In questo suo continuo gettar semi per poi nasconderli, è come se l’autrice volesse invitare il lettore nel suo giardino privato, che è assieme lucente e tetro, e cioè nella parte di sé più segreta; ma poi è come se innalzasse attorno a quel giardino, per complicarne o comprometterne l’accesso, un intricato groviglio di rovi. Eliana Forcignanò chiarisce che l’urgenza della sua poesia è giustificata e sorretta da un’istanza che non è di ordine intellettuale, ma sensuale; e che la cogente necessità di quest’ultima non può che essere depistata, per una sorta di pudore, attraverso lo schermo della prima, oppure attraverso il paziente esercizio della scrittura: «e la strada della scrittura la percorro / per tacere il vuoto della fede in te / dio della secca che mi trascini / contro lo scoglio e mi scavi la notte»; «Non scrivo di getto / m’inforco il verso all’uncinetto / scavo nelle asole i bottoni / mi cucio addosso le ossessioni». I continui rimandi a un repertorio filosofico e psicoanalitico (autori, temi, lessico: Kant, eone, Kierkegaard, darwinismo, Zenone, il prediletto Jung, ecc.) funziona, allora, più che come vezzo stilistico o ricerca di punti fermi, come un’ulteriore e rassicurante maschera dell’io, che se da una parte rinvia il momento della sua ostensione piena e completa, dall’altra permette all’autrice di prolungare il ricamo attorno al vuoto del suo privato e annientante ‘inferno’. (Simone Giorgino)

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