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DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE (DEA) DI LECCE – PRONTO DALLO SCORSO DICEMBRE MA ANCORA CHIUSO

Dopo più di un decennio di ritardi, battaglie giudiziarie, annunci di inaugurazione, sospensioni dei lavori, modifiche del progetto, problemi catastali (nessuno s’era accorto che una porzione di immobile ricadeva nel Comune di Lequile) e indagini della Procura il Dipartimento di emergenza e accettazione (DEA) di Lecce, il nuovo ospedale sorto accanto al Vito Fazzi, costato 75milioni e 400mila euro, è pronto. Il DEA è pronto dallo scorso dicembre. Quello che è stato definito l’ospedale più moderno e tecnologico della Puglia, un plesso gigantesco di 52 mila metri quadrati di superficie, 330 posti letto, dodici sale operatorie con reparti di terapia intensiva e sub-intensiva dedicati, è fermo, spento. Il DEA è ancora chiuso. Sapete perché? Perché Michele Emiliano, la stessa persona che stiamo pagando per tutelare la nostra salute e prevenire i problemi connessi alla congestione del servizio sanitario regionale, ne sta ritardando l’apertura.Il 6 marzo, in piena emergenza, un’ordinanza firmata dal governatore ha imposto alla ditta Rivoira la rimozione del serbatoio d’ossigeno installato per il funzionamento dei sistemi del DEA. Tutto ciò per permettere alla Air Liquid, un’altra ditta operante nel settore, di poter procedere alle operazioni per l’installazione di un nuovo serbatoio. Ma il recipiente già presente è a norma e ha già ricevuto ogni collaudo. E, ancora, l’ossigeno fornito dalla Rivoira costa la metà rispetto all’offerta della Air Liquid, il cui appalto di fornitura con il Vito Fazzi, tra l’altro, risulta anche scaduto.Perché allora ordinare lo smontaggio di un serbatoio funzionante e collaudato e pretendere, invece, un nuovo serbatoio da installare e da collaudare con una fornitura di ossigeno che costa il doppio? È una questione che va senza dubbio approfondita nelle sede opportune.Ora, grazie all’ordinanza del governatore, si dovrà attendere l’installazione del nuovo serbatoio, affrontare un ulteriore considerevole esborso economico, e procedere a tutti i controlli e i collaudi, gli stessi a cui si era già sottoposto il precedente impianto.Oggi, se non fosse stato per questa misteriosa, sleale e sospetta manovra di Emiliano, avvenuta sotto gli occhi distratti di un fedele Salvemini, decine di posti letto nella nuova terapia intensiva del Dea sarebbero già disponibili.

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