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Sgominata la “banda del bancomat”: quattro brindisini arrestati nelle Marche

Sgominata la “banda del bancomat”: quattro brindisini arrestati nelle Marche

I carabinieri della compagnia di Osimo, in provincia di Ancona, sono riusciti a scoprire, fermare e sgominare definitivamente la banda di criminali pugliesi che dall’inizio dell’anno aveva messo a segno una serie continua di assalti a bancomat di filiali bancarie, uffici postali, casse continue di distributori di carburanti e gioiellerie nelle Regioni Marche, Puglia ed Emilia Romagna.

Si tratta di 4 malavitosi brindisini già noti alle forze dell’ordine, ben organizzati e agguerriti.

Le indagini sono state avviate dopo il furto del bancomat avvenuto il 2 gennaio scorso in Polverigi, in provincia di Ancona, con la tecnica dell’esplosione col gas acetilene ai danni della locale banca Unicredit e successivamente a Osimo, in località Padiglione, per un analogo furto avvenuto il 9 aprile ai danni della Banca Popolare di Ancona, messo a segno asportando l’apparato Atm. 

 

Le indagini si sono svolte in sinergia con la Procura della Repubblica del Tribunale di Ancona, rappresentata dal pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo, e con la collaborazione, nelle fasi esecutive, dei reparti operativi di Ancona e Macerata.

 

L’operazione denominata “Cahpoint” nasce con lo scopo di arginare il fenomeno della recrudescenza dei furti in danno degli sportelli bancomat a opera di gruppi criminali, fenomeno che dalla fine dell’anno 2015 e fino allo scorso 25 settembre, si era esteso soprattutto nelle regioni Marche e Puglia, ai dann di vari istituti di credito che insistono nelle province di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Brindisi e Lecce. 

I malviventi, per garantirsi la fuga dopo gli assalti utilizzavano una potentissima Audi Rs6 di colore nero del valore commerciale di circa 130mila euro, con apposte targhe clonate, che poi veniva nascosta in garage preso in affitto in nero, sempre nel comune di Porto Sant’Elpidio. Il gruppo criminale agiva sempre in orario notturno, verso le 3, 3.30 circa e nei giorni in cui gli istituti di credito provvedevano a ricaricare di denaro contante gli sportelli Atm.

La svolta si è avuta il 24 settembre scorso dopo l’individuazione dell’appartamento e garage ubicati in Porto Sant’Elpidio a Mare, utilizzati dalla banda come “covo” e garage per il nascondiglio dell’Audi.

Proprio in questa data la banda composta da 4 persone di origini brindisine, giungeva nelle Marche con l’intento di compiere una serie di furti di bancomat ai danni di istituti di credito locali, per poi rientrare in Puglia. A seguito di quest’ultima attività infoinvestigativa, è stata predisposta una consistente operazione di “manovra di accerchiamento” con la collaborazione e il coinvolgimento, nelle fasi esecutive e conclusive, del Nucleo Investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno, per contrastare e sgominare definitivamente la banda dei malviventi brindisini, che da tempo aveva creato seri problemi di sicurezza pubblica in quelle provincie, considerato la spregiudicatezza con la quale il “commando” operava nonché la noncuranza nell’utilizzare materiali infiammabili ed esplodenti anche in presenza di abitazioni ubicate nella parte soprastante il bancomat da asportare.

Durante il monitoraggio serale e notturno dell’appartamento scoperto, sono stati individuati quattro soggetti provenienti dalla provincia di Brindisi, che giungevano a bordo della nota Audi Rs6 e che dopo poco a tutta velocità si dirigeva in direzione Nord verso Ancona lungo la strada statle n.16 Adriatica.

I militari operanti della compagnia di Osimo hanno allertato i colleghi di Macerata e Ascoli Piceno, ponendosi alle ricerche dei malviventi, venendo a conoscenza che la banda, alle 3.30 del 25 settembre avevano fatto esplodere il bancomat della banca Carifermo di Villa Musone di Recanati, in provincia di Macerata, a pochi passi tra i comuni di Loreto e Castelfidardo, senza riuscire ad asportare nulla e dandosi a precipitosa fuga a seguito dell’intervento dei carabinieri del Nucleo Investigativo maceratese.

Analogamente, alle 3.50 successive il commando colpiva con la stessa tecnica il bancomat della banca Monte dei Paschi di Siena, filiale del comune di Monte Urano, in provincia di Fermo, non riuscendo, anche in quest’occasione, ad asportare banconote e dandosi alla fuga a folle velocità, inseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Ascoli Piceno.

Avuta notizia dei delitti consumati, i carabinieri del Nucleo Operativo di Osimo hanno notato la banda a bordo dell’Audi Rs6 rientrare nell’abitazione utilizzata come covo. A questo punto, i carabinieri sono intervenuti, facendo irruzione nell’appartamento, sorprendendo, immobilizzando e sottoponendo a fermo di polizia giudiziaria tutto il commando dei pluripregiudicati pugliesi, identificati per Cosimo Iurlaro, di 41 anni; Omar Bianco, di 27 anni; Marco Santoro, di 25 anni; Vincenzo Schiena, di 38 anni; tutti con precedenti specifici e originari e provenienti dalla provincia di Brindisi.

La successiva perquisizione ha consentito di tvare varie bombole con ossigeno e acetilene, attrezzature da scasso, mefisti, guanti, giubbetto antiproiettile, fotocopie di documenti di terze persone per nascondere le loro generalità, chiodi a tre punte per ostacolare l’inseguimento delle forze dell’ordine nonché, in un garage ubicato in una zona tranquilla di Porto Sant’Elpidio, l’autovettura Audi Rs6 sulla quale erano state effettuate delle blindature tipiche dei “contrabbandieri pugliesi”, come la creazione di pannelli con lastre di acciaio poste dietro agli schienali dei sedili e la parte posteriore. I successivi accertamenti permettevano di appurare che l’autovettura aveva le targhe e telaio contraffatti ma non tali da nascondere la provenienza, in quanto i militari osimani hanno accertato che la vettura è stata oggetto di furto in Porto San Giorgio, in provincia di Fermo, in data 28 giungo 2015 e trasportata a Brindisi per la blindatura dell’abitacolo con l’applicazione di lamiere in acciaio poste sugli schienali e poggiatesta dei sedili anteriori e posteriori, nonché del vano portabagagli.

Come già detto, le serrate e riservate indagini dei Carabinieri di Osimo, in sinergia con la Procura della Repubblica di Ancona,  sono ancora tutt’ora in corso e volte ad attribuire al commando la paternità di tutti i furti commessi nelle Marche e in alcune provincie pugliesi (circa 20 colpi), nonché l’individuazione del resto dei componenti dell’organizzazione, già noti alle cronache giudiziarie.

I quattro pluripregiudicati pugliesi fermati e arrestati il 25 settembre, sono stati condotti presso la caserma della compagnia carabinieri di Osimo, dove sono stati inizialmente richiusi nelle camere di sicurezza, sottoposti al fotosegnalamento e ai rilievi dattiloscopici. Al termine delle formalità di rito, sono stati condotti e richiusi nella casa circondariale di Marino del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, a diposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo.

Nella tarda mattinata di ieri, nel corso dell’udienza, il Gip della Procura di Fermo ha disposto l’obbligo di dimora degli arrestati presso i comuni propria di residenza con l’obbligo di firma presso i rispetti Comandi Arma Carabinieri, poiché ritenuti responsabili in concorso di tentato furto pluriaggravato su bancomat a mezzo materiale esplodente, poiché illegalmente detenevano all’interno dell’autovettura Audi Rs6 e portavano in luogo pubblico materiale esplodente di cui gas acetilene liquido, e successivamente miscelavano con ossigeno liquido, con l’aggravante del nesso teleologico, avendo utilizzato  l’esplosivo per commettere i delitti di cui sopra; nonché per aver in concorso tra di loro con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, applicando le targhe di fatto clonate, in quanto quelle reali erano effettivamente applicate sull’autovettura Audi A6 di proprietà di cittadino di Trento, sul veicolo Audi Rs6 di provenienza illecita, compivano operazioni idonee atte a ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

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