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“Odino nelle terre del rimorso”

UN LUNGO WEEK END CON IL PROGETTO DAMA
Venerdì 30 giugno appuntamento con la presentazione ufficiale del libro di Vincenzo Santoro  “Odino nelle terre del rimorso. Eugenio Barba e l’Odin Teatret in Salento e Sardegna (1973-1975)”.

Eugenio Barba
Dal 30 giugno al 2 luglio, nelle sale di Palazzo Turrisi Palumbo a Lecce,il progetto Dama –
Vincenzo SantoroDanze e musiche dal Salenta cura di Tarantarte, propone tre giorni di laboratori, danze e musica, con largo spazio all’approfondimento culturale. Si parte venerdì 30 giugno (ore 18.30 – ingresso libero) con la proiezione del docufilm “Tradinnovazione: una musica glocal” del regista Piero CannizzaroDalle 20 (ingresso libero) prima presentazione del volume “Odino nelle terre del rimorso. Eugenio Barba e l’Odin Teatret in Salento e Sardegna (1973-1975)” di Vincenzo Santoro (Squilibri Editore) con prefazione di Eugenio Barba, le fotografie di Tony D’Urso e gli scritti di Antonio D’Ostuni e Antonello Zanda. Interverranno Loredana Capone (assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia), Luigi de Luca,Mauro Marino e Antonio Santoro. Dal 1973 al 1975 Eugenio Barba e l’Odin Teatret dalla Danimarca si trasferiscono, a più riprese e per lunghi periodi, in Sardegna e nel Salento, con l’intento di portare il teatro in “luoghi senza teatro”, a contatto con popolazioni che abitualmente non ne fruivano. Nel corso di queste permanenze, l’Odin definisce, come modalità di relazione con gli abitanti dei paesi salentini e sardi, in prevalenza contadini e pastori, il cosiddetto “baratto culturale” per cui al dono della loro arte i locali rispondevano con una canzone tradizionale, un ballo o una festa. Un’esperienza destinata a lasciare un segno profondo nei territori interessati, soprattutto nel Salento dove l’Odin aveva come referenti un gruppo di intellettuali, tra i quali Gino Santoro e Rina Durante, impegnati nella ricerca e riproposta della musica tradizionale. Il libro ricostruisce questa singolare e appassionante vicenda attingendo principalmente a fonti dell’epoca e privilegiando il punto di vista dei protagonisti, individuando anche nessi e relazioni con l’incendio che, da lì a poco, sarebbe divampato attorno al “rinascimento della pizzica”. Nel DVD allegato al volume, il documentario di Ludovica Ripa Di Meana, In cerca di teatro, girato alla fine della residenza salentina del 1974 (con una rappresentazione in presa diretta dell’incontro tra le due culture, una strepitosa performance di Uccio Aloisi e Uccio Bandello e le prime immagini in movimento della pizzica pizzica) e il film di finzione di Torgeir Wethal, Vestita di bianco, girato sempre nel corso dell’esperienza salentina dell’Odin. I paesi salentini coinvolti nell’esperienza dell’Odin del 1974-75 sono stati, oltre a Carpignano: Calimera, Castrignano dei Greci, Copertino, Cutrofiano, Galatone, Martano, Pisignano, San Cesario, Serrano, Sogliano Cavour, Soleto e Monteiasi (Ta). In Sardegna l’Odin operò nei paesi di San Sperate, Ollolai, Orgosolo, Gavoi, Lodine, Olzai, Gavodda, Gario Sant’Elena, Cardedu, Loculi, Sarule e nella cerchia dei villaggi (“muristenes” o “cumbessias” in sardo) situati intorno ai san- tuari dell’Itria e di Monte Gonare. Vincenzo Santoro è impegnato da anni nella riflessione e nell’organizzazione di iniziative ed eventi sulle musiche e sulle culture popolari del Mezzogiorno, temi che ha approfondito pubblicando anche diversi saggi, fra cui: Il ritmo meridiano. La pizzica e le identità danzanti del Salento, Aramirè 2002, Il Salento levantino. Memoria e racconto del tabacco a Tricase e in Terra d’Otranto, Edizioni Aramirè 2005 (entrambi in collaborazione con Sergio Torsello), e, per l’editore romano Squilibri, Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina (2009) e Memorie della terra. Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento (2010). Su questi argomenti gestisce anche un vivace blog www.vincenzosantoro.it. Lavora presso l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dove è responsabile del dipartimento Cultura e Turismo. Dalle 21.30 incontro e concerto di presentazione di “Rotte le capase” primo progetto discografico del gruppo “I Mandatari“. Sabato 1 Luglio (dalle 17.00 alle 20.30 – ingresso 10 euro + tessera assicurativa) appuntamento con Taranta Atelier di Maristella Martella. Un laboratorio di Danza teatrale sugli aspetti simbolici, iconografici, letterari, coreografici e rituali del Tarantismo e della Pizzica salentina. Domenica 2 luglio (dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 – ingresso 10 euro + tessera assicurativa) spazio al workshop formativo “L’organetto nella Puglia centro-meridionale: dalla Bassa Murgia al Salento Meridionale” a cura di Massimiliano Morabito. Il seminario prende l’avvio dall’analisi e dall’ascolto dei repertori tradizionali per organetto otto bassi della Puglia Centro Meridionale (dalla Bassa Murgia al Salento meridionale) per proseguire con lo studio e l’esecuzione di alcuni esempi di pizziche pizziche. Tradizionalmente la musica ed i canti si imparavano e tramandavano “ad orecchio”, senza la mediazione della scrittura musicale; per questo motivo, durante il seminario, sarà fondamentale l’acquisizione del concetto di “modello melodico”, alla base della musica di tradizione orale di tutto il Sud Italia.
Dama – Danze e musiche del Salento è un progetto dell’associazione Tarantarte, in collaborazione con Coolclub, con il sostegno del Comune di Lecce e con il patrocinio di Istituto Diego Carpitella e Puglia Sounds, finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la realizzazione di un archivio multimediale e di un laboratorio permanente sulle musiche e sulle danze popolari salentine che saranno ospitati in alcune sale del Castello Carlo V di Lecce.
Tarantarte Maristella Martella (1)
La compagnia Tarantarte nasce nel 2009 a Bologna dall’incontro di danzatrici di diversa formazione. È diretta da Maristella Martella che con la sua danza teatrale incrocia passato e presente, classico e contemporaneo, elementi popolari del sud Italia con elementi del mondo mediterraneo, propone una ricerca teatrale ed espressiva sul Tarantismo salentino e la magia misteriosa della trance. La compagnia negli anni ha realizzato le proprie performance in luoghi non convenzionali, antichi e a volte abbandonati, come vecchie masserie, ajare, chiostri, anfiteatri, teatri greci e romani, siti archeologici, attivando un’interazione tra luogo, performance e pubblico.
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