domenica, Maggio 12, 2024
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Crisi politica a Gallipoli

Il Sen. Vincenzo BARBA risponde al collega Salvatore Ruggeri

Dalle fresche e dolci acque otrantine in cui trascorre le meritate vacanze, l’amico Totò Ruggeri esce dal letargo e si lascia andare nel più nefasto degli appelli per il futuro della nostra Gallipoli, chiedendo alla maggioranza-accozzaglia che fino a ieri aveva retto la Giunta Errico, una Giunta che passerà alla storia per essere una delle più inefficienti se non la più inefficiente che questa città ricordi, di ripensarci e di rimettersi insieme per il famoso, famosissimo ‘bene’ della Città Bella.

Non lo stimassi come persona sarei portato a pensare che parli solo nella logica geopolitica del ‘mors tua vita mea’, proprio perché fino a quando Gallipoli sarà governata in questo barbaro modo, altre località rivierasche del Salento potranno passare come un modello da imitare, la faccia buona del turismo a differenza di ciò che accade sullo Jonio.

Giusto così: a noi ci lasciano il turismo dello sballo, che questa Giunta non ha saputo né voluto contrastare e gli altri si tengono il turismo elegante e perbene delle famiglie e delle persone che visitano il territorio senza essere causa di quella triste nomea che da noi è stata immortalata sul settimanale Oggi.

Ma di quale appello alla responsabilità parla Ruggeri? A quale bene pubblico si riferisce?

Se il segretario provinciale dell’Udc avesse veramente a cuore la Perla dello Jonio la penserebbe esattamente come noi: basta con questi dilettanti allo sbaraglio che hanno confuso la difficile arte dell’amministrare la cosa pubblica con la Corrida di Corrado, tutti a casa e via a nuove consultazioni elettorali che darebbero finalmente la parola ai cittadini (gli unici che hanno il diritto di dire se vogliono continuare ad essere amministrati così o se sognano una Gallipoli diversa).

Nel frangente ci sarebbe a Palazzo Balsamo un commissario prefettizio che siamo certi amministrerebbe meglio e con maggiore abnegazione e stacanovismo  di questo sindaco che in una delle estati più difficile della storia della nostra città si è distinto per un tweet nei confronti di un ragazzo che aveva perso la vita per un attacco cardiaco a Santa Cesarea Terme, mentre nel suo comune Polizia, carabinieri e Finanza sudano le proverbiali sette camicie per contrastare pusher e spacciatori.

Altre persone più a modo si sarebbero dimesse solo per quella figuraccia che ha relegato Gallipoli sulle pagine più brutte della cronaca nazionale. Ma qui nulla. Addirittura si prova a tessere le fila di una rinascita, di un ritorno a cavallo di quella giunta che è la sola e vera causa dei disastrosi problemi della città.

Se i suoi uomini dell’Udc, caro Sen. Ruggeri, hanno abbandonato Errico vuol dire che qualcosa non va nella Città Bella. Chiedere loro di rimangiarsi tutto e di ritornare con la coda in mezzo alle gambe nell’ovile di Errico significa essere mille miglia lontani dalle esigenze di Gallipoli e pensare al nostro territorio come una cartina geografica esanime sulla quale piazzare soltanto la bandiera scudocrociata del proprio partito. Significa anche che la moralità è qualcosa di cui non si ha la minima idea.

Noi invece lanciamo un appello diametralmente opposto a quello del Sen. Ruggeri e che si estrinseca in un semplice: ‘liberiamo la città in fretta e furia da questa gestione caotica ed infernale’.

 

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